Economia di Antonio Capitano (Giornalista de Il Sole 24 Ore)

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

“Mia madre aveva il senso dell’economia sviluppato fino alla genialità: figuratevi io mi chiamo Gastone. Ebbene lei mi chiamava Tone… per risparmiare il gas…”
Ettore Petrolini

Mi ha sempre colpito un lavoro editoriale di Giorgio Ruffolo semplice e allo stesso tempo completo “Che cos’è l’economia?”. Si tratta di una “lezione” che si sviluppa in tre parti. Nella prima si contempla il modo in cui l’uomo usa le risorse del suo ambiente: il rapporto tra economia, tecnologia, ecologia. Nella seconda si analizza il modo in cui si svolgono gli scambi all’interno dell’economia, in particolare il mercato e il ruolo della moneta. Nella terza si indagano i rapporti tra la potenza del capitalismo e il potere della democrazia. Sostiene l’autore che: ““L’economia politica deve poter spiegare qual è il modo in cui le cose possono maggiormente servire per aumentare il benessere, certamente la ricchezza, ma anche la felicità, la felicità che è inscritta non nei libri di economia, ma addirittura in una delle più grandi costituzioni politiche della storia, la costituzione americana: “happiness”, la felicità del popolo. Gli economisti dovrebbero essere coscienti che la ricchezza serve alla felicità, che l’economia serve all’uomo e non è l’uomo a servire l’economia”.
Queste premesse mi sembrano necessarie per parlare della “sconosciuta” economia capace di condizionare però le nostre vite. Ogni giorno siamo tempestati da termini che ormai, nostro malgrado, sono entrati nel linguaggio usuale. Spesso si tratta di concetti di non facile spiegazione anche perché incidono pesantemente sulla vita dei cittadini. L’attuale crisi economica ha causato un crollo delle speranze con i decisori che, sovente, si rifugiano dietro parole incomprensibili con le quali conducono le loro azioni.
In questo quadro, è necessario formare anche i cittadini più giovani al fine di una crescita consapevole di fronte ai nuovi scenari, non proprio confortanti. Significativa, in questo senso, è stata l’iniziativa della Cassa di Risparmio di Fossano, che dal 2000 promuove lezioni di educazione finanziaria nelle scuole per spiegare l’economia ai ragazzi con un volume dedicato agli studenti delle scuole medie: il Manuale di educazione finanziaria, redatto dal vulcanico Presidente della banca cuneese, Beppe Ghisolfi. Lo stesso Ruffolo sostiene che “la crescita dovrebbe basarsi su tre elementi fondamentali. Il primo è l’equilibrio ecologico, ovvero la giusta proporzione tra quantità e qualità delle risorse. Il secondo è quello che chiamo correlazione sociale, e cioè un tipo di società che non sia disgregata negli elementi di egoismo e di aggressività che sono insiti nello sviluppo economico. Il terzo elemento, infine, è quello più importante, quello che io chiamo la trascendenza e cioè: fino a che punto l’economia è un mezzo per realizzare dei fini e di che fini culturali soprattutto ed etici si tratti, e fino a che punto invece è tutta costretta dentro le sue maglie, dentro la sua prigione e nella sua autoreferenza. È stato detto che l’economia è una scienza triste. Ma è una tristezza che non c’entra nulla con l’infelicità. Mio padre diceva spesso: se discuti di economia non dimenticare il problema della fame. L’economia non parla di individui, di storie private. Si aggrappa alle statistiche, al calcolo, alla razionalità. La tristezza è nel cercare a tutti i costi di ridurre l’uomo a un numero. Ma la fame, in qualunque forma si presenti, è di nuovo qui, tra noi. I bisogni primari tornano a essere minacciati”. C’è stato un grande economista che aveva saputo declinare l’economia in modo concreto: Paolo Sylos Labini. La sua analisi delle classi sociali è l’ultima grande impresa in un’Italia poco studiata. E allora come non pensare ad un maestro di chiarezza con l’attenzione alla conoscenza dell’economia. Quella economia che disconoscerla significa perdere il contatto con la realtà per diventare soggetti passivi, esclusi. “Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili”. Così parlò Federico Caffè.
Conoscere l’economia permette di non essere numeri, ma persone complete, capaci di resistere ai venti estremi di coloro che non comprendono l’importanza dell’educazione finanziaria.