EDUCAZIONE FINANZIARIA, DOVE È LEGGE FA SCUOLA

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In vista della riapertura post pandemica dell’anno didattico, viene in risalto l’esempio della Regione Veneto che dal 2018 si è dotato di una specifica legge territoriale in materia: esperienza normativa e istituzionale evidenziata in termini meritori dal banchiere scrittore Beppe Ghisolfi in un convegno con l’assessore regionale delegata Elena Donazzan, e che potrebbe essere replicata in realtà come il Piemonte in attesa della ormai prossima legge quadro nazionale sbloccata dalle congiunte iniziative dei Senatori Marino e Damiani e della Sottosegretaria Floridia.

Nei momenti di crisi globale, caratterizzata da fenomeni sia sanitari che di forti tensioni diplomatiche e militari, l’economia si occupa delle condizioni di famiglie e imprese in misura ancora maggiore e più incidente.

Come ribadito in ogni sede dal banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi, che dopo la pausa di ferragosto si accinge a riprendere le proprie attività a contenuto formativo e divulgativo, è proprio nella contingenza attuale che la risposta generalizzata deve consistere nell’occuparsi di più di economia e di finanza da parte di ciascuno di noi, sia esso studente o lavoratore, in attività o pensionato, dipendente o imprenditore, risparmiatore o investitore.

Quale migliore momento, a tale fine, se non quello di preparazione all’avvio imminente di un anno scolastico che riparta in sicurezza sotto il profilo sia epidemiologico che delle strategie di insegnamento e apprendimento di principi e nozioni costituenti l’alfabetizzazione economico finanziaria?

Premesso che dopo l’insediamento di Mario Draghi a palazzo Chigi, una congiunta azione parlamentare e governativa – facente capo ai Senatori Mauro Maria Marino e Dario Damiani e alla Sottosegretaria Barbara Floridia – ha rimesso sulla corsia accelerata e preferenziale il disegno di legge per specificare l’educazione finanziaria come voce espressa obbligatoria all’interno di quella civica più generale, alcune iniziative sono da tempo partite dai territori, facendo letteralmente scuola sia nelle classi tra i banchi, sia nei confronti di realtà del nostro Paese che ancora non le hanno adottate.

Esemplare, paradigmatico verrebbe da dire, l’esempio della Regione Veneto che dal 2018 ha dotato il proprio ordinamento di una legge dal titolo “Iniziative regionali di accrescimento del benessere sociale attraverso l’educazione economica e finanziaria”, che fra le varie previsioni istituisce la Settimana regionale dell’economia e del risparmio e i protocolli d’intesa con l’ufficio scolastico del Veneto e indice procedure per il finanziamento di progetti di informazione e formazione e di sportelli di assistenza ai cittadini per orientare nel segno della consapevolezza le scelte di indebitamento, di assicurazione, di previdenza integrativa e di accantonamento del risparmio, oltre che per favorire il miglioramento qualitativo e fiduciario delle relazioni fra clientela e istituti di credito.

Un primo bilancio della normativa in oggetto fu al centro dell’interessante convegno di Venezia che vide la partecipazione in veste di relatori di Elena Donazzan, assessore all’istruzione e formazione della Giunta regionale del Governatore Luca Zaia, e dello stesso Beppe Ghisolfi.

Ampiamente lusinghiero il bilancio relativo al coinvolgimento di scuole e delegazioni studentesche nel novero delle diverse attività introdotte da tre anni a tutt’oggi: 6700 studenti e 350 docenti hanno aderito ai molteplici capitoli d’iniziativa proposti, oltre 100 alunni hanno preso parte all’evento “Che impresa, ragazzi” realizzato dalla fondazione Feduf, e nel totale complessivo 21.000 persone hanno preso parte a 320 momenti pubblici e tematici.

Se si considera che tali numeri sono rapportati unicamente a una singola Regione, è prevedibile il beneficio che se ne trarrebbe se fossero una pluralità i territori regionali orientati a dotarsi di un simile strumento ordinamentale. 

In Piemonte nei tempi più recenti molti progetti si sono sviluppati dalla base di singoli istituti, bancari e scolastici, di singole associazioni e amministrazioni locali: una legge regionale, sul modello veneto (agevolata teoricamente in ciò dallo stesso orientamento politico delle Giunte) avrebbe una funzione proattiva di coordinamento e di ulteriore impulso e lancio addizionale.