EDUCAZIONE FINANZIARIA FINALMENTE LEGGE, DE MATTIA: GHISOLFI È STATO PIONIERE

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Il Parlamento, finalmente, ha approvato in via definitiva il disegno di legge governativo che qualifica, con una sua specificità, l’alfabetizzazione economica come disciplina da insegnare in via obbligatoria nelle scuole superiori. Una battaglia di civiltà vinta con una perseveranza trentennale e partendo dagli istituti didattici di provincia

Habemus Legge. L’educazione finanziaria, in maniera autonoma dall’educazione civica generalista, entrerà nella programmazione didattica con l’obiettivo di essere insegnata con una propria identità disciplinare. Non è stato semplice, e probabilmente si delineano all’orizzonte ulteriori complessità legate alla circostanza che una così impegnativa partita vedrà il fischio d’inizio con la clausola della parità di spesa pubblica, ovvero della mancanza di stanziamenti aggiuntivi.

L’innovazione è stata introdotta all’interno del disegno di legge di riforma del mercato dei capitali, uno strumento normativo richiesto all’Italia dall’Unione Europea con l’obiettivo di adeguare la capacità delle nostre istituzioni finanziarie all’accoglienza di un maggior numero di aziende bisognose di capitalizzazioni alternative al tradizionale indebitamento familiare.

La legge così varata immette nell’ordinamento Italiano un kit di agevolazioni sia economiche sia normative, attinenti al codice civile e commerciale e al testo unico bancario, per semplificare e rendere più trasparenti e intelligibili le procedure in materia di quotazioni societarie, di emissione e validazione di titoli obbligazionari aziendali, di ingresso di nuovi investitori industriali e finanziari nelle compagini azionarie e nei consigli di amministrazione delle compagnie di diritto Italiano o con sede legale nel nostro Paese.

Siccome tutto ciò non può prescindere dalla messa in opera di incentivi – fiduciari e non coercitivi, come è sempre stato ribadito dal professor Beppe Ghisolfi – capaci di essere il motore di una parte significativa dei 5000 miliardi di euro di ricchezza finanziaria diffusa delle nostre famiglie, di cui una quota significativa costituita da conti correnti liquidi, da titoli del debito statale e da titoli bancari a medio breve scadenza, è per tale ragione che un articolo ad hoc è stato immesso dal Governo, grazie al Ministro Giuseppe Valditara e al sottosegretario Federico Freni, per introdurre una disciplina distintiva dell’educazione finanziaria.

Adesso, come ha ricordato su Milano finanza e sul Messaggero il brillante editorialista di prestigio nazionale Angelo de Mattia, la sfida vera sarà duplice: formare gli educatori, sia docenti che familiari, e ricavare un budget distinto da quelli generalisti per dare effettività a una svolta che da teorica diventi altamente pratica.

Dir politico Alessandro Zorgniotti