Educazione finanziaria in carcere di Concetta Stuccilli

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(Funzionario giuridico pedagogico, esperto in scienze criminologiche per il Ministero della Giustizia – Carcere di reclusione San Michele Alessandria)

Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

La legge italiana prevede che la pena non sia punitiva né afflittiva, ma rieducativa e tendere al reinserimento sociale della persona detenuta. Per fare questo tutti gli operatori penitenziari sono tenuti a collaborare per la riuscita del cosiddetto “Trattamento Rieducativo”. Per operatori penitenziari si intendono strettamente, il Direttore, i Funzionari giuridico-pedagogici, il Comandante e tutti gli Agenti di Polizia Penitenziaria, i quali per il complesso lavoro che svolgono, spesso cooperano con altri soggetti esterni agli Istituti di pena (volontari, cooperative, associazioni culturali, ecc.) creando le basi per una apertura di un sistema tendenzialmente chiuso, qual è il carcere. Ogni anno, in ciascun carcere, viene stilato un Progetto di Istituto, che contiene un’ampia offerta formativa e progettuale, che prevede anche la possibilità, di fare affacciare alla realtà carceraria altre figure professionali che credono nel recupero di “chi sbaglia”. Ecco come il Prof. Beppe Ghisolfi è entrato per una mattina nelle vite degli studenti della Scuola Superiore per Geometri dell’Istituto di pena San Michele di Alessandria. L’incontro di “Educazione Finanziaria” avvenuto nell’anno 2015, grazie all’impegno nelle scuole, del Prof. Beppe Ghisolfi, si è inserito nel piano di recupero, che l’Amministrazione penitenziaria cerca di realizzare ogni giorno. Che il Prof. Beppe Ghisolfi abbia parlato di economia, risparmio, banca, è fuori dubbio, ma in carcere si sa, si è immersi in un mondo in cui le realtà di vita sono segnate dal disagio, dalla povertà e da errori, ecco che il dialogo si è trasformato in una curiosità più grande: “Come si fa a diventare come il prof. Ghisolfi? ” Che vita ha fatto? L’incontro con il Professore è stato definito dai ragazzi “la più bella lezione di vita mai assistita”. La sorpresa più grande è stata quella di vedere sul volto di alcuni detenuti, paradossalmente condannati per reati contro il patrimonio, interesse per una persona che a loro contrario, interpreta il danaro come strumento al servizio del bene comune e dell’economia dello Stato. I detenuti sono rimasti affascinati da un uomo, che parlando di fisco e debito pubblico è riuscito anche a donare stralci della propria vita e di educazione familiare ricevuta “una persona da prendere come esempio magari io non avrò questa fortuna dottoressa ma mio figlio spero di sì”. Ecco come, un qualsiasi argomento, se affrontato da figure carismatiche come Beppe Ghisolfi può offrire opportunità di riflessione in un contesto dove è di obbligo meditare sulle azioni della propria vita. Un cambiamento positivo passa anche da esperienze di vita altrui, dall’ascolto di chi può donare insegnamenti, un’impresa ardua sicuramente, ma sentir dire che ci si augura che i propri figli imitino qualcuno che li ha voluti incontrare in carcere, è per noi educatori penitenziari un obiettivo raggiunto. Soprattutto quando il sogno di una una vita migliore viene anelato da coloro che pagano per i disvalori appresi “forse solo per sfortuna”.