“ELEZIONI SUBITO!”

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È la scritta che in queste ore compare a caratteri cubitali sulle semplicistiche grafiche da social che gli spin doctor (strapagati) di alcuni partiti fanno condividere sulle varie bacheche. Due “paroloni”, come direbbe il chiacchierone, senza alcuna didascalia o spiegazione a sostegno. Uno slogan, insomma. Uno dei tanti slogan che purtroppo colpiscono la pancia ma irritano chi ha testa. Perché, urlare “ELEZIONI SUBITO” ora è poco serio e pure da irresponsabili.

È poco serio perché non tiene conto della nostra forma di governo: siamo una Repubblica Parlamentare nella quale il Governo non lo elegge “il popolo” ma lo elegge il Parlamento. Per questo motivo per il Presidente Mattarella trovare un’altra maggioranza in Parlamento è doveroso, non una gentile concessione (tra l’altro ha a disposizione un 83% potenziale di parlamentari, visto che Salvini ha avuto la genialata di attivare una crisi di Governo “dall’alto” del suo 17%). È da irresponsabili perché chi chiede il voto subito vuole l’aumento dell’IVA e fottere gli italiani, chiedendo loro il consenso per poi incollarsi alla sedia per 5 lunghi anni e scrivere le leggi di stabilità lacrime e sangue contro il popolo. Della serie: prima mi voti e poi ti frego, dicendo che mi hai votato tu. Capito il giochino?

Io sono assolutamente contrario ad un’ipotesi di Governo giallo-rosso 5 Stelle, PD e LEU. La soluzione è un Governo politico-istituzionale sorretto dalla stragrande maggioranza delle forze politiche in Parlamento e con un premier autorevole e di spessore internazionale. Mario Draghi sarebbe il top, se non lui una figura simile. Il governo dovrebbe trovare i 23,1 miliardi per disinnescare l’aumento dell’IVA. Come? Taglio agli sprechi, riforma di quota 100 e rivisitazione del reddito di cittadinanza. Inoltre un governo autorevole e una figura alla Draghi avrebbe la credibilità per andare a Bruxelles a chiedere un punto di PIL di flessibilità, liberando così altri denari per una riforma del cuneo fiscale, che aiuterebbe sia le imprese, che i lavoratori e darebbe slancio all’occupazione. Questa è la vera riforma fiscale da fare. Chi parla di “flat tax” (peraltro impossibile da realizzare) è un buon venditore di pentole, ma noi siamo seri e diciamo che ridurre il cuneo fiscale forse suona meno bene ma è più utile, ok?

Non si pensi poi di trovare i soldi con le solite politiche esclusivamente a deficit come volevano fare i gialloverdi, altrimenti tra un anno ci ritroviamo di punto a capo, se non peggio. Sia chiaro, un po’ di deficit si può anche fare (non siamo talebani del pareggio di bilancio) purché non per l’assistenzialismo ma per per gli investimenti. Infine auspico si possa mettere mano alla legge elettorale: un doppio turno sulla scia dei Sindaci. Garantirebbe rappresentatività e governabilità. E poi al voto, con un democrazia che finalmente funziona.