Erdogan: Turchia non potrà affrontare un altro flusso di migranti

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La Turchia non riuscirà ad affrontare un altro flusso di rifugiati siriani se la crisi nel Paese non sarà risolta. Lo ha affermato oggi il presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan.

“La Turchia ha accolto 3,5 milioni di rifugiati provenienti dalla Siria. Inoltre, cittadini degli altri paesi hanno trovato il rifugio da noi ed ora abbiamo circa 5 milioni di rifugiati. Nel caso in cui si verificasse un altro flusso di rifugiati dalla Siria, la Turchia non sarà in grado di affrontarlo”, ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un discorso ad Ankara.

Il presidente turco ha aggiunto che la Turchia garqantisce la sicurezza per tutta l’Europa, frenando il frusso di migranti.

“Per far tornare i siriani, che si trovano nel nostro Paese, nella loro patria, occorre liberare il loro territorio dai terroristi. L’Isis è stato sconfitto, però rimane ancora l’Unità di Protezione Popolare curda (Ypg), che ostacola il ritorno dei rifugiati. Perciò riteniamo importante la collaborazione con gli Stati Uniti per combattere i terroristi in Siria”, ha detto il presidente turco.

Erdogan ha ricordato che aveva già proposto a Barack Obama, in quel periodo il presidente degli Usa, di instaurare una zona di sicurezza al nord della Siria.  Uccisi 4 militanti curdi dopo un’esplosione nel nordest della Siria
“Purtroppo, non siamo riusciti a farlo con Barack Obama. Ora abbiamo un’intesa sulla zona di sicurezza con Donald Trump. Ci aspettiamo un atteggiamento da alleato da parte sua, per far sì che loro ci affianchino nella lotta all’YPG in Siria. Eppure, gli Usa hanno fornito ai militanti curdi circa 50mila autocarri armati, il che ci preoccupa ed è inaccettabile”, ha dichiarato Erdogan.

Ieri la Commissione europea ha riferito di aver stanziato 5,6 miliardi di euro sui 6 miliardi in conformità con l’accordo raggiunto nel 2016.
Militanti curdi in Siria

Ankara, che considera i gruppi armati curdi dell’Ypg appoggiati dagli Stati Uniti una grave minaccia alla sicurezza nazionale, recentemente ha aumentato la sua presenza militare nei pressi del confine con la Siria, considerando un’offensiva contro i militanti curdi. Tuttavia, la Turchia ha a lungo rinviato una possibile operazione ad est dell’Eufrate.

L’Ypg è considerata pericolosa per Ankara anche per via della loro solidarietà al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), responsabile della morte di 40mila persone nei suoi quasi quarant’anni di lotta contro lo Stato turco.

I negoziati portati avanti per mesi tra Turchia e Stati Uniti per creare una zona di sicurezza nel nord della Siria non hanno portato risultati. Il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu aveva fatto sapere che se la zona di sicurezza pianificata non fosse stata creata e le minacce alla Turchia fossero rimaste vive, allora sarebbe stata lanciato un’operazione ad est del fiume Eufrate per sradicare l’Ypg dalla regione.