Per chi come me è un cultore di storia moderna e contemporanea,la storia della resistenza nel nostro Paese non è ancora stata scritta completamente, scevra di orpelli celebrativi da parte dei vincitori (la storia viene quasi sempre fatta e narrata dai vincitori).
Senza il contributo degli americani e degli alleati, la nostra resistenza,da sola,non avrebbe avuto la possibilità di liberare l’Italia,nè da nazisti e nemmeno dagli ultimi fascisti della repubblica di Salò.
Dopo l’8 settembre il nostro esercito era in disfacimento, i pochi reparti dell’esercito, ancora in grado di combattere, entrarono a rinforzare la resistenza e aiutarono l’avanzata degli alleati, verso nord. Il termine stesso di resistenza indica chi si oppone ad un ‘invasore, oggi vediamo la stessa cosa in Ucraina, un movimento di resistenti (esercito e cittadini) che si oppongono ad un ‘esercito che distrugge case e infastrutture civili, per fiaccare la volontà delle persone a resistere.
Lo stesso Presidente Mattarella ha elogiato il parallelo tra la nostra resistenza e quella ucraina, contrariamente ai nostri resistenti dell’Anpi, che si sentono defraudati dal paragone.
Consideriamo poi che gli alleati dell’Ucraina forniscono armi e mezzi ma non intervengono direttamente. Se un paragone ci dovesse essere è solo a favore della resistenza ucraina che da sola riesce a tenere, per il momento,in scacco,la potenza bellica russa. Due cose sulla nostra resistenza e l’Anpi. Vorrei sapere quanti iscritti all’Anpi abbiano fatto parte della resistenza e che a fronte di episodi di eroismo e di martirio che hanno illuminato la nostra resistenza, vi sono state anche pagine buie di efferati delitti e vendette.
Come Unione Cattolica chiediamo solo che questo 25 aprile non sia divisivo come al solito,che l’unità nazionale sia quella di pacificare il Paese a tanta distanza di tempo dalla guerra e dalla resistenza e che il presidente dell’Anpi in un sussulto di dignità dia finalmente le dimissioni.



