Fase 2, Giorgia Meloni, sbagliato discriminare tra categorie di lavoratori

0
98
meloni

La leader di Fratelli d’Italia ha spiegato perché nella giornata di ieri i suoi parlamentari hanno manifestato, ha lamentato l’assenza di confronto tra Governo e opposizione e spiegato la contrarietà al Mes

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha spiegato, su RTL 102.5, le motivazioni della manifestazione di ieri da parte dei parlamentari del suo partito. Negli ultimi giorni sono state diverse le richieste delle persone di scendere in piazza a manifestare dissenso, ma sarebbe stato irresponsabile. “Per questo motivo abbiamo scelto di manifestare solo con i nostri sessanta parlamentari, per poter mantenere le distanze di sicurezza”, ha aggiunto Giorgia Meloni, spiegando di aver svolto la propria funzione di partito politico, nel rappresentare le richieste dei cittadini. Ciascun deputato rappresentava una categoria in sofferenza; dai parrucchieri ai musicisti, dai titolari di centri estetici a baristi, ristoratori, commercianti e micro-imprese.
Meloni: troppa confusione sulla Fase 2

Giorgia Meloni ha commentato le decisioni del Governo sulla Fase 2. Secondo la leader di Fratelli d’Italia c’è molta confusione sul tema delle riaperture e, allo stesso tempo, si chiede a diversi settori di restare chiusi un altro mese senza offrire un supporto concreto. Il combinato disposto di chiusura e cassa integrazione di marzo non pagata è ciò che sta terrorizzando le persone. “C’è il rischio che diventi una bomba sociale e bisogna contenerlo con iniziative concrete e ascoltando le richieste dei cittadini”. Giorgia Meloni ha anche risposto a Matteo Salvini, che ha affermato che i problemi non si risolvono con un quarto d’ora in piazza. “Certamente, si risolvono in Parlamento e infatti siamo andati in piazza per chiedere di poter dire la nostra” ha spiegato. Giorgia Meloni ha lamentato, da parte del Governo, l’assenza di confronto con l’opposizione, anche prima della conferenza stampa di Giuseppe Conte di domenica sera. “Se si poteva accettare dopo una settimana, in quanto in piena emergenza, dopo due mesi non è normale che si decida sui diritti fondamentali di milioni di persone senza consultare il Parlamento”.