Federvini: settore minacciato da aumento prezzi materie prime

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Federvini lancia l’allarme sulle prospettive per i vini, gli spiriti e gli aceti italiani nonostante i significativi trend di ripresa fatti registrare negli ultimi mesi sul mercato interno e sui mercati internazionali.

“Viviamo un momento molto delicato – sottolinea Micaela Pallini, presidente di Federvini – e non possiamo nascondere l’entità delle minacce che gravano su un settore così rilevante per l’interscambio commerciale del Paese in particolare con gli Stati Uniti, nostro primo mercato di sbocco internazionale. Le aziende, soprattutto in questo scorcio di fine anno, stanno realizzando in pieno la portata del problema che mette seriamente a rischio la concreta ripartenza di tutto il comparto. In gioco vi sono i fatturati di migliaia di imprese e il futuro di centinaia di migliaia di lavoratori”.

Il settore, spiega Federvini in una nota, si trova ad affrontare una congiuntura negativa di più fattori, a partire dal costo dell’energia e dai prezzi delle materie prime quali lo zucchero (+30%), la carta (+35-40%) e il vetro (+10%). Senza tralasciare l’incognita pandemia che sembra riprendere vigore, ad esempio nel Regno Unito.

A ciò si aggiungono i costi e i rallentamenti delle catene globali di trasporto e logistica, fattore determinante per il settore, strategico per l’export del made in Italy. Gli aumenti dei noli di container tra l’Europa e l’Asia a giugno, ad esempio, hanno fatto registrare un + 600% con picchi nelle ultime settimane che hanno raggiunto il + 2.000%.