Femminicidio, Labriola (FI): “Numeri che lasciano sgomenti”

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Sei donne uccise in una settimana, 43 le vittime da inizio dell’anno numeri che lasciano sgomenti e che ci devono far reagire come Stato.

Donne uccise per mano degli uomini che dicono di amarle, mariti, fidanzati, ex, una scia di sangue che non si ferma, che macchia l’Italia da Nord a Sud, sempre allo stesso modo, sempre con la stessa violenza inaudita. Doppiamo provare a fermare questa scia di sangue affrontando la questione come si affronterebbe la mafia.

Come la mafia, la violenza sulle donne si nutre di disuguaglianza, di discriminazioni, dello smantellamento dello stato sociale, di omertà, di stereotipi, di solitudine, di indifferenza, di ignoranza, di sonno delle coscienze, di analfabetismo sentimentale. Per questo servono gli strumenti sociali, economici e culturali per riconoscerla, prevenirla e sconfiggerla, fin da bambini.

C’è bisogno di fare di più fin da ora, non è più tollerabile questa violenza, bisogna intervenire con celerità quando le donne denunciano, ci vuole l’utilizzo dei braccialetti elettronici, un sistema di protezione che funzioni, non servono più i campanelli d’allarme ma lo Stato deve essere presente quando la donna denuncia. Le denunce delle donne devono essere credute, c’è bisogno di personale qualificato, c’è bisogno di sostegno ai centri anti violenza.

Non perdiamo altro tempo facciamo in moda che lo slogan “non una in più” diventi realtà”.

Lo dichiara Vincenza Labriola, deputata di Forza Italia.