FINE VITA: SERVE LEGGE PER NON LASCIARE SOLI I MEDICI

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Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, il Parlamento non ha più alibi. La Corte Costituzionale si è espressa sul destino penale di chi aiuta coloro che hanno deciso di morire. Ma per tutto il resto ha demandato ad una decisione del Parlamento che ritiene indispensabile. Abbiamo il dovere di esprimerci anche per non lasciare soli i medici che sono i primi a pagare sulla loro pelle le conseguenze dell’assenza di una regolamentazione adeguata e il non riconoscimento dell’obiezione di coscienza.
Difenderemo infatti, la posizione dei tanti professionisti che hanno manifestato forti contrarietà fino a chiedere che sia un pubblico ufficiale, e non un medico, ad avviare formalmente la procedura del suicidio assistito.
Riprendiamo sin da oggi le fila per discutere e approvare una legge chiara, omogenea, che tenga conto di tutte le diverse sensibilità. Non permettiamo che siano i giudici a stabilire caso per caso se le condizioni e le modalità stabilite dalla Corte ricorrano in concreto oppure no. Già questa eccessiva discrezionalità da parte dei giudici ha aperto di fatto nel nostro Paese alla aberrante pratica dell’utero in affitto, consentendo di fatto le adozioni per coppie omosessuali. Riappropriamoci, quindi, del nostro ruolo di legislatori. Siamo ancora in tempo per impedire l’eutanasia di Stato.