Finora l’Ue, bisogna dirlo, ha sostenuto una politica che è andata troppo spesso contro la qualità della vita dei cittadini europei

0
42

Nell’ultimo decennio la Commissione Europea ha chiesto innumerevoli volte ai Paesi membri di aumentare l’età pensionabile, di tagliare la spesa sociale e gli investimenti nella sanità, di comprimere la crescita dei salari, di ridurre gli aiuti per i disoccupati e per le persone più bisognose.

Questa ideologia economica si è poi tradotta, in Italia, nel rigore e nella precarizzazione del mondo del lavoro che ben conosciamo: dalla Legge Fornero all’introduzione del Pareggio di Bilancio in Costituzione, passando per il Jobs Act, il bail-in e i miliardi di mancati investimenti per la sanità e la spesa sociale. Stiamo parlando cioè di miliardi di euro che l’Europa non ha voluto che noi investissimo in ricerca, negli ospedali, nell’assunzione di medici e infermieri, e in tutte quelle risorse che oggi sarebbero state fondamentali per affrontare al meglio l’emergenza Covid-19.

Non è questa l’Europa che vogliamo, non è questa l’Europa di cui abbiamo bisogno. Un’Europa che impone vincoli sulla dimensione delle vongole, e che poi non sa dare risposte concrete a milioni di cittadini nel momento del maggior bisogno, non è il sogno per cui i nostri nonni hanno combattuto.
Noi vogliamo invece un’Europa che protegga i più deboli, che introduca standard fiscali omogenei; che tuteli l’ambiente e promuova la sostenibilità con risorse economiche ingenti; che sostenga l’idea di un salario minimo per tutti i cittadini del Continente; che adotti un reddito di cittadinanza per tutte le famiglie europee oggi in difficoltà. Un’Europa che sappia affrontare insieme le difficoltà, e che non sparisca proprio nel momento del bisogno.

È mai possibile che la Commissione non sia riuscita ancora a far nulla contro lo scandalo sociale, per cui all’interno di un mercato unico ci sono paradisi fiscali che sottraggono miliardi di risorse agli altri Stati, mentre milioni di famiglie e imprese devono pagare fino all’ultimo centesimo di tasse?
Non è questa l’Europa che il Movimento 5 Stelle desidera. Noi vogliamo un’Europa il cui la Banca Centrale faccia il proprio mestiere. Per questo oggi è nostro dovere nel dibattito in corso ribadire che, accanto a qualsivoglia strumento come gli Eurobond, serve un impegno chiaro ed esplicito della BCE per un acquisto illimitato di titoli di debito pubblico sul mercato secondario, esattamente come ha fatto la Federal Reserve americana. Solo così l’Europa potrà affrontare questa emergenza con gli strumenti finanziari adeguati alla sfida immane che tutti i governi dell’Unione Europea devono affrontare.

Dati alla mano, nelle ultime due settimane la FED ha acquistato nuovi titoli di stato del governo americano per 455 miliardi di dollari e non si è data alcun limite; la BCE si è finora impegnata ad acquistare titoli pubblici e privati per mille miliardi di euro di qui a fine anno. Cioè la FED ha acquistato in due settimane la metà quanto la BCE si impegna ad acquistare in 9 mesi. E’ chiaro che la scala d’intervento non può essere adeguata a fronteggiare la straordinarietà della situazione. È finito il tempo delle anacronistiche formule contabili che già hanno mostrato la loro inefficacia e inadeguatezza. L’Europa deve cambiare e mostrarsi all’altezza all’appuntamento con la storia. O sarà, purtroppo, travolta dalla storia stessa.