Fipe-COnfcommercio: no a green pass per ristoranti, penalizzante

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La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata

Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie. Così Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta l’ipotesi che per accedere al ristoranti possa essere necessario il green pass.

I Pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore nei 16 mesi della pandemia – ricorda Calugi – sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro.

Andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere la ripartenza e allontanare le migliaia di professionisti che stavano tornando pian piano ad avere fiducia e a mettere le loro competenze a disposizione dei locali. Se proprio si vuole percorre questa strada, che il vincolo del vaccino valga per ogni tipo di attività, dal teatro, alla palestra, al supermercato, a ogni altro luogo. Altrimenti è discriminatorio.

Se, invece – conclude – l’obiettivo è sensibilizzare i giovani sull’importanza delle vaccinazioni, facciamolo insieme. Come Fipe-Confcommercio siamo disposti a collaborare con il governo per una campagna di comunicazione capillare a ogni tavolo e a ogni bancone.

Ma basta provvedimenti punitivi sempre contro i soliti settori.