FISCO: GOVERNO ACCOGLIE RICHIESTA CODACONS ED ELIMINA LA PROROGA DI DUE ANNI PER GLI ACCERTAMENTI FISCALI

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Dopo la lettera inviata dal Codacons alla Presidenza del Consiglio, al Parlamento e ai partiti politici, il Governo fa marcia indietro sulla norma, inserita nel decreto Cura Italia, che allungava di due anni l’attività di accertamento fiscale in favore della P.A.
Come noto l’art. 67 del D.L. 18 del 2020 (rubricato sospensione dei termini relativi all’attività degli uffici degli enti impositori), al comma 4 disponeva che “Con riferimento ai termini di prescrizione e decadenza relativi all’attività degli uffici degli enti impositori si applica, anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 3, comma 3, della legge 27 luglio 2000, n. 212, l’articolo 12 del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159”.
Con tale misura venivano dunque prorogati di due anni i termini di accertamento e prescrizione (in deroga all’articolo 3 comma 3 dello Statuto del Contribuente, quindi con effetto retroattivo) applicando di netto l’articolo 12 del Decreto 159/2015 che dispone “misure per la semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione”.
In una lettera inviata a Governo e Parlamento il Codacons evidenziava come tale norma fosse iniqua e realizzasse una evidente sproporzione tra la tutela degli interessi/diritti degli uffici e dei contribuenti, e chiedeva al contempo una moratoria di almeno un anno nei controlli e nelle attività particolarmente invasive che prevedono interventi presso le aziende con conseguente distrazione di risorse umane.
Ora un emendamento presentato al Senato ha accolto le richieste dell’associazione, cancellando il differimento di due anni delle verifiche fiscali da parte dell’amministrazione, perché eccessivamente sbilanciato a danno dei contribuenti.