Fra una settimana ricorre l’anniversario della strage di Capaci

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falcone
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Tanti scriveranno con ipocrisia, tanti diranno che Falcone rimane un modello

Tanti indicheranno la strada da seguire per celebrare la vittoria dello stato sulle mafie. Il 23 maggio 1992 Falcone, la moglie e la scorta furono assassinati da chi a parole la mafia la vorrebbe stritolare, mentre poi si adegua alla stessa come se nulla fosse, quando non ci fa accordi sottobanco. Ci è stato spiegato che vanno distinti piano giuridico e piano morale. Il primo vive di prove che devono essere prodotte in dibattimento, pena l’inutilizzabilità.

Il secondo considera i messaggi, i comportamenti, le scelte private per come si riverberano nell’ambito pubblico e viceversa. Borsellino spiegava efficacemente tutto ciò con l’esempio del prendersi il caffè con il boss o presunto tale facendosi platealmente vedere da tutti, palesando prossimità, esprimendo consenso, cercando omologazione. La mafia la si combatte radicalmente.

Perché non si può non fare capire che dignità della persona, rispetto dei diritti, promozione della giustizia sociale e non solo formale, sono colonne portanti della democrazia, della nostra Costituzione, della civiltà della libertà e del diritto.

Nicola Morra