G20. Draghi: “Dopo 20 anni aiutare l’Afghanistan è obbligo morale”

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Negli ultimi giorni, stiamo assistendo a immagini che ci riportano agli anni più bui nella storia dell’Afghanistan.

In particolare, alle donne, che negli scorsi venti anni avevano riacquistato diritti basilari, come quello all’istruzione, oggi rischia di essere vietato persino di praticare sport, reprimendo la loro rappresentanza nel governo. Come comunità internazionale abbiamo un obbligo morale verso un Paese in cui siamo stati per venti anni. Un obbligo di aiuto umanitario, di prevenzione del terrorismo, di sostegno alla tutela dei diritti umani”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto al Forum interreligioso del G20 “Time to Heal: pace tra le culture, comprensione tra le religioni” a Bologna. Libertà religiosa, Afghanistan, lotta alla pandemia ed equità nella distribuzione dei vaccini, transizione ecologica: questi i temi affrontati dal presidente del Consiglio, che ha citato papa Francesco parlando di libertà religiosa:
“Per me la religione è amore e i suoi principi si difendono con fermezza ma con carità, non con l’avversione inconciliabile, o, peggio, con la guerra e il terrore. Come ha detto Papa Francesco: ‘ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione”, che non deve essere “mai strumentalizzata”. Libertà religiosa “E’ fondamentale tutelare la libertà religiosa, di opinione e di espressione. Il diritto di professare liberamente la propria fede e di esercitarne il culto, in privato o in pubblico. Di potersi convertire a una religione o abbandonarla, senza essere perseguitati. Oggi invece assistiamo a un numero preoccupante di episodi di estremismo religioso e di conflitti tra diverse famiglie di fede. Lo abbiamo visto nei terribili attentati rivendicati da organizzazioni come l’Isis. Negli atti terroristici compiuti in nome del suprematismo bianco o cristiano. E nelle manifestazioni di antisemitismo, un fenomeno in preoccupante crescita. In alcuni casi, particolarmente odiosi, nei luoghi di culto.
Questi eventi brutali vengono spesso usati per rappresentare un mondo diviso tra comunità contrapposte. Ma è utile ricordare che le vittime del terrorismo spesso condividono la stessa fede dei loro assassini. Il fanatismo colpisce tutti, indiscriminatamente”, osserva il capo del governo. Aiutare chi vuole lasciare l’Afghanistan “La comunità internazionale, e il G20 che l’Italia presiede quest’anno, devono porsi come obiettivi primari il rispetto delle libertà e il mantenimento della pace. La crisi in Afghanistan ha riproposto con terribile urgenza queste priorità”, ha detto Draghi che ha spiegato che è un dovere che abbiamo come Occidente, e in particolare come Europa, la tutela di chi decide di lasciare l’Afghanistan. L’Italia ha aiutato circa 5.000 cittadini afghani a fuggire dagli enormi rischi a cui erano esposti. Uno sforzo “significativo, di cui dobbiamo essere orgogliosi”, ha detto il premier, ma che non può esaurirsi ora: “Per anni, l’Unione è stata incapace di costruire un approccio comune sul tema migratorio, e in particolare sulla distribuzione di chi arriva e chiede asilo
Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza di questa crisi e dei valori che diciamo di rappresentare. E’ anche sull’accoglienza, e non solo sull’economia, che si misura la maturità del processo di integrazione europea”. Lotta alla pandemia Superare le differenze delle procedure di vaccini e rafforzare le reti di protezione economica per i paesi più poveri sono obiettivi e responsabilità morali. Oggi solo il 2% della popolazione dei paesi più poveri ha ricevuto il vaccino, a fronte del 42% della popolazione mondiale”. Invece, “per sconfiggere la pandemia, la campagna di vaccinazione deve procedere spedita ovunque” a livello globale: “solo così potremo salvare vite, frenare il contagio, evitare l’emergere di pericolose varianti”, ha detto Draghi sottolineando l’impegno delle case farmaceutiche a fornire 1,3 miliardi di dosi a prezzi calmierati per stati a basso reddito. Mentre atri 2 miliardi di dosi arriveranno entro il 2022. L’Unione Europea donerà almeno 100 milioni di dosi entro il 2021 attraverso COVAX.
Ma adesso, spiega, è necessario che le dosi raggiungano chi ne ha bisogno: in altre parole c’è un problema logistico di importanza pari a quello della disponibilità della produzione dei vaccini.