Gassmann: “Teatri e cinema hanno fatto grandissimo sforzo”

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Anche Alessandro Gassmann ha deciso di far sentire la sua voce a proposito della chiusura di cinema e teatri disposta dall’ultimo Dpcm del Governo dopo l’aumento dei contagi da Covid-19 che sta piegando il Paese e che ha imposto un’ulteriore stretta sulle attività ricreative, sportive, ludiche e legate alla ristorazione.

L’attore, protagonista in queste settimane della fiction di Rai 1 ‘Io ti cercherò’, così come tanti suoi colleghi, ha esposto il suo punto di vista su questa decisione che tocca profondamente il mondo dello spettacolo, ancora in sofferenza per il primo lockdown di marzo. Gassmann, nel corso del programma radiofonico ‘In Vivavoce’ condotto da Eleonora Belviso e Claudio De Tommasi in onda su Rai Radio1 ha dichiarato: “La mia posizione è quella di un normale cittadino che legge i messaggi che arrivano dalla scienza. I teatri e i cinema hanno fatto un grandissimo sforzo, limitando tantissimo la capienza nelle sale. Sarei curioso di sentire il parere dei medici, vorrei sapere da uno scienziato, un esperto se sia giusto chiudere i cinema e i teatri. È una precauzione necessaria? La cultura è un bene necessario, non possiamo privarcene. Sarebbe minare la società. Mi auguro che questo arresto di cinema e teatri possa durare poco. E che anche i musei possano continuare, con le dovute precauzioni, a fare il loro lavoro. Abbiamo bisogno di questo. È la nostra vita: non soltanto di artisti ma anche di cittadini”.

Il grido di dolore di artisti e addetti ai lavori del mondo dello spettacolo non ha lasciato indifferente il ministro della Cultura, Dario Franceschini che, soprattutto alla luce delle proteste e dei movimenti nati per manifestare il loro disappunto contro la decisione di chiudere cinema e teatri, attraverso la sua pagina Facebook ha spiegato: “Ho l’impressione che non si siano percepiti quali sono i rischi del contagio in questo momento. E del resto verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi ugualmente i cinema e i teatri in marzo non c’è stata questa ondata di protesta. Forse non si è capito a che punto siamo