GHISOLFI: TRASPORTI PUBBLICI NON DA MANUALE, CON DESTINAZIONE TERZO MONDO

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Il video editoriale del banchiere scrittore è dedicato, in questa occasione, alla situazione dei trasporti ferroviari interregionali, fondamentali ancor più per una regione non adeguatamente servita da altre modalità infrastrutturali

La Premier Giorgia Meloni ha posto il piano Mattei e la cooperazione con l’Africa e l’area al di là del mare Mediterraneo al centro della propria politica estera.

Benissimo. Peccato però che, per avere il terzo mondo come destinazione, sia purtroppo sufficiente rimanere al di qua del Mediterraneo e, per esempio, salire a bordo di un treno diretto da Torino a Roma.

Il vettore, prescelto dal professor Beppe Ghisolfi per una propria missione istituzionale nella capitale Italiana, ha accumulato fin dalla partenza un ritardo superiore ai sessanta minuti, saliti quasi a cento nel corso del tragitto dal capoluogo piemontese verso il centro Italia.

Il collegamento ferroviario, per una regione come il Piemonte, a causa delle lacune che riguardano altre opzioni di tipo infrastrutturale, dagli aeroporti alle autostrade, riveste una importanza decisiva, e ogni ritardo non fa altro che accrescere l’isolamento di un territorio decisivo dal punto di vista industriale e logistico, anche nel contesto di quella Europa per la quale andremo a votare a giugno assieme al rinnovo della giunta e del Consiglio regionale.

Occorre un approccio meno ideologico e meno astratto alle questioni quotidiane delle persone, delle famiglie e delle imprese, poiché ogni disservizio – come quello relativo ai taxi nella capitale – si traduce in un aggravamento della già non semplice condizione economica in cui deve giostrarsi il Paese la cui modernizzazione dovrebbe poggiare sul pieno e coerente utilizzo dei fondi monetari del PNRR di cui un capitolo importante dovrebbe essere dedicato proprio al miglioramento della mobilità e dei trasporti pubblici.

Già sui tabelloni di Levaldigi leggevamo che la temperatura non era pervenuta. È pertanto molto disagevole apprendere che a non essere pervenuti sono pure i collegamenti ferroviari. 

Spesso si parla di precettazione da parte del Governo. E se fosse il Governo a dover essere precettato?

Dir politico Alessandro Zorgniotti