Giachetti: “Giustizialisti, che dite sui suicidi in cella?”

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La professione di garantismo fatta da Luigi Di Maio è significativa, ma impone che partiti giustizialisti come il Movimento Cinque Stelle affrontino problemi finora nascosti sotto il tappeto

A cominciare dalle drammatiche condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti a Poggioreale e nelle altre carceri italiane»: la pensa così Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva e membro del Partito radicale transnazionale.

Da sempre in prima linea per i diritti dei reclusi, Giachetti accetta di svolgere con il Riformista una riflessione a pochi giorni dal suicidio di un giovane ospite di Poggioreale. La vicenda ha suscitato l’indignazione di molti, inclusa quella della leader radicale Rita Bemardini che ha colto l’occasione per denunciare nuovamente lo stato di illegalità in cui versano le prigioni italiane e la sostanziale indifferenza che certa politica riserva a un tema spinoso come quello dell’esecuzione penale.

«Il fatto che un giovane si tolga la vita all’interno di una struttura che dovrebbe essere garantita dallo Stato deve far riflettere tutti, a cominciare da chi detiene il potere decisionale – sostiene Giachetti – e mi riferisco non solo alla ministra Marta Cartabia e ai vertici del Dap e del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, ma anche a tutti i partiti giustizialisti che devono finalmente comprendere che il carcere è l’extrema ratio e non l’unica risposta dello Stato alla criminalità».

Tra questi figura il M5S al quale il ministro (napoletano) degli Esteri, Luigi Di Maio, sta tentando di imprimere una svolta in senso garantista e meno giustizialista. Significative, in questa prospettiva, sono le scuse a mezzo stampa che il titolare della Farnesina ha rivolto a Simone Uggetti, l’ex sindaco di Lodi assolto dopo anni nel mirino dei pm e dei grillini. «Le parole di Di Maio hanno valore perché segnano una netta inversione di tendenza rispetto alla politica alla quale il M5S ci ha abituato – continua Giachetti – ma devono essere seguite da un’analisi e da un impegno concreti su temi cruciali, come il processo penale e le condizioni dei dei detenuti».

Il deputato di Italia Viva può permettersi di lanciare un simile monito. È proprio lui, infatti, ad aver proposto una modifica della durata della liberazione anticipata, cioè di quello “sconto” di pena previsto per i detenuti che dimostrino di partecipare all’opera di rieducazione e mantengano un comportamento irreprensibile all’interno dei penitenziari. A fronte dell’emergenza Covid, Giachetti aveva proposto di portare quella riduzione da 45 a 75 giorni ogni sei mesi di pena scontata: successivamente, il deputato ha suggerito un aumento da 45 a 60 giorni ogni semestre in via strutturale e definitiva.

Quest’ultima proposta è contenuta in un emendamento al disegno di legge di riforma della giustizia penale e attende di essere discussa. Se approvata, la norma alleggerirebbe la pressione sulle carceri, soprattutto su strutture sovraffollate come quella di Poggioreale dove oggi si registrano più di 2.100 detenuti a fronte di una capienza di circa 1.400 unità: «Sarebbe una svolta importante – conclude Giachetti – a patto, però, che cambi la cultura giustizialista che in Italia domina da 30 anni e impone di sbattere qualsiasi criminale in cella e di buttare la chiave».