GIORGIA MELONI DIFFIDATA DA IMPRENDITORI DELLA CANNABIS LIGHT

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CANNABIS LIGHT: Dopo la pubblicazione del “Manifesto contro la droga” di Fratelli d’Italia, alcuni proprietari di cannabis shop e aziende agricole si sono rivolti all’Avvocata Cathy La Torre per evidenziare il danneggiamento della loro immagine commerciale

ROMA – Dopo il flash mob organizzato da Fratelli d’Italia per “combattere le dipendenze dalla droga” – come dichiarato dagli stessi politici partecipanti alla manifestazione lo scorso 29 aprile – tredici imprenditori del campo della cannabis light si sono rivolti a uno studio legale per diffidare la rappresentante del partito, Giorgia Meloni. 

In quella occasione infatti è stato presentato dal partito d’opposizione il “Manifesto contro la droga”, un decalogo che annoverava tra le azioni definite di contrasto alle droghe anche la “chiusura dei cannabis shop”. 

Con il supporto della campagna per la legalizzazione, Meglio Legale, i proprietari di cannabis shop e aziende agricole si sono rivolti all’avvocata Cathy La Torre che ha sporto una diffida nei confronti di Giorgia Meloni: la richiesta della leader di Fratelli d’Italia di chiudere queste attività commerciali, che operano con regolarità nel nostro paese, è infatti apparsa ingiustificata agli operatori del settore che denunciano il danneggiamento della loro immagine commerciale. 

Dal 2016 esiste una legge che disciplina la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa: dall’entrata in vigore di questo provvedimento sono nate centinaia di imprese nel settore che, a oggi, danno lavoro a circa 12mila persone con un’età media di 32 anni. Giovani imprenditori italiani impegnati nell’agricoltura, nella vendita al dettaglio, nella produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori.

Accostare un’attività legale e regolamentata ad attività assolutamente illegali e in mano alle mafie non può essere intesa come espressione di libero pensiero – ha spiegato l’Avvocata Cathy La Torre – Si tratta affermazione in grado di cagionare un grave danno d’immagine aziendale per l’intero settore”.

Dichiarazioni come quelle di Giorgia Meloni non sono innocue”

ha detto Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale – Parole come queste portano a una criminalizzazione del settore, un’azione che ha già portato molte procure a indagare su queste attività con indagini invasive che nella quasi totalità dei casi si sono rivelate inconsistenti.”

“Siamo in un momento storico ed economico che vede molte aziende italiane in difficoltà: parlare del nostro lavoro in questi termini non porta nessun aiuto e, anzi, blocca uno dei pochi settori che, nonostante la totale assenza di incentivi e agevolazioni, ha saputo resistere e crescere” hanno dichiarato i rappresentanti delle imprese di cannabis light.

Gli imprenditori che hanno diffidato Giorgia Meloni sono: Beatrice Vallorani, Youcann (Podenzano, PC); Lorenzo Dominici, Made in Canapa (Livorno); Pasquale Licito, Radici Farm (Marcianise); Silvia Tosto, Kingstone Grow shop (Trapani); Luca Marola, MABI 2 Sas (Parma); Federica Tebaldi, Pacini 72 Srls (Milano); Vittorio Picciaccio, CanapaFarm (Alatri, FR); Stefano Nocenti, Green Revolution (Arezzo); Simone Santirocco, Jointoyou (Bologna); Corrado Pitteri, Parsifal (Varese); Matteo Paratini, Brother Sas (Vignate, MI); Simone Criscuolo, King’s garden (San Vincenzo, LI); Andrei Toltis, Potspot Srl (Roma).