Gli stati generali del MoVimento 5 Stelle

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distefan

Devono essere l’occasione concreta per scrollarci di dosso tutte le zavorre e ripartire. Abbiamo fatto grandi cose in questi anni ed è quindi ancora più importante prepararci per i prossimi 10.
Per quanto mi riguarda andranno affrontati alcuni temi specifici e, chiaramente, porterò le mie proposte sperando che non siano solo personali ma rappresentino una comunità di persone più ampia possibile:
1. Una nuova visione: è fondamentale creare consapevolezza di quale sia l’Italia che vogliamo contribuire a costruire nei prossimi 10 anni, abbiamo il dovere di essere sinceri con noi stessi e dirci quali battaglie si possono combattere e quali no, mettendo sul tavolo anche la possibilità che con governi di coalizione tempi e modi possano cambiare drasticamente. Se l’avessimo fatto 2 anni fa non avremmo pagato il prezzo politico di scelte (giuste) come quelle fatte per il TAP o l’ILVA. Il mondo cambia a velocità che non vanno di pari passo con la politica, dobbiamo aggiornare anche noi le nostre visioni;
2. Una nuova organizzazione: i due passi appena compiuti con i facilitatori tematici e locali sono un ottimo punto di partenza, ma ora è tempo di chiudere il cerchio. Serve un organismo capace di trovare la sintesi politica che abbia pieni poteri e quindi piena responsabilità. Per quanto mi riguarda dovrà essere costituito da una sorta di consiglio (con regole ad-hoc) a sostegno di un capo politico (a tempo pieno), ma sia chiara una cosa, tutto ciò ha senso solo ed esclusivamente se le scelte prese da questo organo saranno totalmente indipendenti da condizionamenti esterni e soprattutto definitive;
3. Una nuova passione: fanculo a chi cerca di imporci un rinnovato bipolarismo, noi siamo altro e siamo nati con lo scopo di scardinare il sistema. Si può e si deve tornare nelle piazze anche stando al Governo, perché in governi di coalizione è fondamentale creare consapevolezza civica attorno alle battaglie che si combattono;
4. Un nuovo pacchetto di regole: diciamocelo chiaramente, ci siamo fatti del male da soli con regole troppo limitanti per un movimento che guarda al futuro, mi riferisco al modo in cui creiamo buoni amministratori, esperti e capaci, al modo in cui ci presentiamo alle elezioni amministrative, al modo in cui utilizziamo i soldi che ci decurtiamo, ai meccanismi di inclusione attiva di tutti gli eletti, all’utilizzo delle piattaforma Rousseau, al processo formale per modificare le stesse regole e tanto altro. Se rinnovamento deve essere allora sia completo, togliamoci qualche macigno dal groppone e ripartiamo mettendo in discussione tutto. A quel punto però non ci saranno scuse per nessuno, le regole si rispetteranno senza se e senza ma.
Queste sono in estrema sintesi le tematiche di cui vorrei parlare agli stati generali ma, ripeto, la mia prima e unica richiesta è che siano un’occasione concreta di rinnovamento.

Sono certo che condividiate questo auspicio. Commentate dandomi le vostre idee.
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.
Avanti così.