GREEN VALUE. La declinazione sostenibile del valore artigiano

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In Lombardia l’economia ambientale vale 7.049 milioni di euro, pari all’1,8% del PIL regionale e il 19,6% dell’economia ambientale nazionale. Nella maggiore regione italiana i due terzi (67,2%) del valore aggiunto dell’economia ambientale derivano dalla produzione di beni e servizi destinati alla gestione delle risorse naturali (ovvero riduzione del prelievo di risorse dall’ambiente e altre azioni per la conservazione e il mantenimento degli stock); tra queste prevale la gestione delle risorse energetiche che realizza il 63,2% del valore aggiunto, con un 46,7% del valore aggiunto derivante da produzione di energia da fonti rinnovabili – idroelettrico, solare, eolico, geotermico, biomasse, biocombustibili – e un 16,0% da risparmi nella gestione del calore/energia. Il restante terzo (32,8%) di valore aggiunto della green economy è relativo alle attività di protezione dell’ambiente e registra il maggiore apporto nella gestione rifiuti (18,4%); seguono la gestione delle acque reflue con l’8,0% del valore aggiunto, protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie con il 3,0% e la protezione di aria e clima con il 2,6%.

Focalizzando l’attenzione all’ambito energetico, la vocazione manifatturiera qualifica la Lombardia come un importante player europeo per la domanda di energia: se consideriamo i 28 paesi dell’Unione europea, la Lombardia si colloca al 12° posto per domanda di energia del settore Industria, subito dietro all’Austria e davanti a Repubblica Ceca, Romania e Portogallo: i 6.731 ktep di impieghi della prima regione italiana equivalgono alla somma dei consumi del settore manifatturiero di Irlanda, Danimarca, Slovenia e Croazia messe insieme.

Secondo l’Indice Green Economy di Confartigianato Lombardia è possibile cogliere gli aspetti su cui la Lombardia si dimostra più virtuosa nella riduzione del proprio impatto ambientale, fornendo indicazioni in merito alle criticità su cui diventa indispensabile intervenire a favore di una Lombardia più green. Con un valore massimo di 1.000 ed un valore minimo di 100, misura attraverso 40 indicatori distinti in 7 ambiti le performance green del territorio. Per la Lombardia si attesta a 638, posizionandola 3^ nella classifica nazionale dopo Trentino Alto Adige (con indice 742) e Valle d’Aosta (con indice 692).

Il territorio lombardo risulta virtuoso nell’ambito IMPRESE, dove si posiziona 2^ nella classifica regionale, con migliori performance in merito alla maggiore richiesta di green job da parte del sistema impresa e all’elevato peso delle imprese che possono potenzialmente essere coinvolte nello sviluppo di filiere di fonti rinnovabili e di modelli di economia circolare; nell’ambito MOBILITÀ, dove si posiziona 3^, presenta un’elevata diffusione di auto ecologiche, di infrastrutture per auto elettriche e di largo utilizzo di trasporto pubblico, se pur si rilevano situazioni di criticità legate all’elevato traffico veicolare che comporta maggiori emissioni di agenti inquinanti in atmosfera; in ambito RIFIUTI, dove si posiziona 3^, registrando buone performance per quota di rifiuti avviati a procedura di riciclaggio, e in ambito ACQUA, dove si posiziona 4^, per elevata efficienza dei servizi di distribuzione. Per entrambi questi ambiti si osservano però anche situazioni di criticità, per il primo dovute ad una quota ancora bassa di rifiuti speciali avviati a processi di recupero e per la seconda per peso ridotto di quantità di acque inquinate confluite in processi di depurazione sul totale dei carichi complessivi generati. Nell’ambito ENERGIA risulta ancora debole nella nostra regione la capacità di sfruttare fonti rinnovabili per coprire produzione e consumi di energia elettrica, ed inoltre si riscontrano livelli di intensità energetica d’impresa ancora alti, che rivelano come sul fronte dell’efficientamento ci sia ancora molto da fare. Semaforo rosso per le performance ambientali del territorio lombardo invece per l’ARIA, a causa delle elevate emissioni in atmosfera di gas serra e della conseguente percezione da parte dei cittadini della presenza di aria inquinata, e il CONSUMO DI MATERIA E SUOLO, poiché i livelli di consumo di suolo e di percezione di degrado del paesaggio da parte dei cittadini risultano particolarmente elevati.