Gregoretti, Salvini: “Caso fu gestito da tutto il governo”

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salvini
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ROMA  – Il caso dei 131 migranti trattenuti a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera dal 27 al 31 luglio scorsi fu gestito da tutto il governo e non in modo autonomo dal Viminale, e le decisioni furono prese per difendere l’interesse nazionale.

È la linea difensiva del leader della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che in una memoria depositata presso la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ricostruisce la vicenda del blocco nel porto siciliano di Augusta della nave carica di migranti.

A dicembre il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex titolare del Viminale, ipotizzando il reato di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere e dalla presenza sulla nave di alcuni minorenni.

Il prossimo 20 gennaio la giunta del Senato, composta da 23 membri, si esprimerà sul caso e non sembra mettersi bene per il numero uno del Carroccio, che in caso di processo rischierebbe una pena fino a 15 anni di carcere.

Luigi Di Maio ha già lasciato intendere che il M5S, forza di maggioranza relativa in giunta, questa volta voterà a favore della richiesta dei magistrati.

Lo scorso febbraio, con il governo Lega-M5s ancora in carica, fu respinta la richiesta di procedere nei confronti di Salvini per la vicenda della Diciotti, la nave della Guardia costiera rimasta per giorni ormeggiata al porto di Catania con 150 migranti a bordo ad agosto del 2018.

In seguito alla consultazione online degli iscritti, i pentastellati decisero di appoggiare la richiesta di immunità avanzata dall’allora alleato. La linea dura sul caso Diciotti, spiegarono, era stata condivisa da tutto l’esecutivo.

Secondo il segretario del Carroccio anche nel caso della Gregoretti sarebbe stato l’esecutivo nel suo insieme a occuparsi della crisi e non soltanto il suo ministero, come sostenuto da Di Maio.

“La gestione dei migranti non rappresentava l’espressione della volontà autonoma e solitaria del ministero dell’Interno, bensì una iniziativa del governo italiano coerente con la politica relativa ai flussi migratori”, scrive il leader leghista nella sua memoria.

Con la sua memoria difensiva, Salvini vuole dimostrare quanto il caso Gregoretti sia “sovrapponibile” alla vicenda della Diciotti, e convincere i senatori membri della giunta a respingere la nuova richiesta di procedere.

Al documento è allegato un fitto scambio di mail tra Palazzo Chigi, organismi dell’Unione europea e rappresentanti diplomatici.

La pluralità degli organismi coinvolti, secondo il leader della Lega, rende “evidente come fosse il governo, in modo collegiale, a gestire tale attività”, si legge ancora nella memoria.

Il premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno ha ammesso il contributo dei suoi uffici ai soli negoziati sulla redistribuzione con i partner europei, che permisero di ricollocare i migranti sbloccando l’impasse.