Guerra: basta bandierine, chi propone la flat tax dica come finanziarla

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Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al ministero dell’Economia, ieri ha partecipato al tavolo sul fisco in veste di rappresentante di Leu.

Il suo partito spinge per destinare le risorse previste dalla manovra al taglio del cuneo dei lavoratori, ma per arrivare a un’intesa tra maggioranza e governo Guerra è consapevole che sarà necessario un compromesso con il centrodestra, che invece preferirebbe agire sull’Irap. Sulla flat tax cara alla Lega e presente in un emendamento al decreto fiscale, dice: «È un emendamento oneroso, chi lo propone dovrà assumersi la responsabilità di trovare le coperture».

Com’è andata la riunione al Mef? Il ministro Franco ha spiegato come intende procedere il governo per ripartire questi 8 miliardi?
«Lo sforzo di tutti i partiti della maggioranza è quello di arrivare a un punto di caduta il più possibile condiviso, che significa accettare una mediazione rispetto ai desiderata di ciascuno. Abbiamo fatto delle ipotesi, altre ne abbiamo scartate. Il Mef ci fornirà delle simulazioni che ci aiuteranno a tirare le conclusioni».

Quali sono queste ipotesi?
«Il tavolo lavora in un accordo di riservatezza per evitare di dare informazioni sbagliate, creare aspettative o tensioni inutili in una fase che è ancora di costruzione».

La Lega però ha già messo dei paletti.
«Prima dell’incontro tutti abbiamo ripetuto pubblicamente le nostre idee, ma adesso sarebbe improprio».

Quindi anche Bagnai è stato collaborativo?
«Tutti hanno condiviso la necessità di trovare un accordo».

La maggioranza cerca le convergenze e il governo fa la sintesi. Non è che mentre discutete il Tesoro ha già l’emendamento pronto?
«Il ministro Franco sta svolgendo una sorta di coordinamento e poi avrà certamente un ruolo di proposta. Il governo non ha una misura già confezionata, altrimenti l’avrebbe già presentata in legge di bilancio. C’è un ascolto vero e questo è importante. Lunedì faremo un nuovo incontro con le ipotesi che abbiamo esaminato e poi cercheremo di chiudere in tempi molto brevi per consentire alla commissione Bilancio del Senato di discutere».

Con la divisione dei soldi tra Irpef e Irap non si rischia di disperdere le risorse?
«Non c’è l’intenzione di frammentare gli interventi, ci coordineremo su alcuni elementi significativi».

Al tavolo del Mef ci sarà pure un clima costruttivo, eppure Salvini annuncia una battaglia sulle cartelle esattoriali e sull’allargamento della flat tax.
«Questi temi sono stati presentati al decreto fiscale che ha ricevuto più di 900 emendamenti e adesso i vari gruppi si sono orientati per una riduzione a circa un terzo. Sulle cartelle e il pagamento delle rate della riscossione ci sono molte proposte, come governo le esamineremo tutte ma vorrei sottolineare che abbiamo già fatto molto, tenendo in seria considerazione il problema della ripresa della riscossione e le difficoltà dei contribuenti. In Parlamento le forze politiche chiedono qualcosa di più e credo che uno sforzo sarà fatto, bisogna tener conto che ci sono cose che si possono fare a costo zero o a un costo relativo, altre che sono onerose».

E la flat tax?
«Stesso discorso, è un tema su cui ci sono valutazioni diverse, ma in ogni caso bisogna assumersi la responsabilità di trovare le coperture».

Il fisco è al centro del dibattito ma non si parla più di lotta all’evasione.
«Al di là del taglio delle tasse, io ritengo che l’obiettivo più importante sia una distribuzione del carico fiscale in modo equo: quello che non funziona è che c’è chi paga e c’è chi non lo fa. Questo è il vulnus più grave del nostro sistema. L’evasione però non sarà mai sconfitta senza una riscossione decisa ed efficiente, eppure c’è qualcuno che ancora pensa alla riscossione come un’aggressione. L’equità, inoltre, è fondamentale. In Italia, a parità di reddito, un pensionato, un lavoratore dipendente, un autonomo pagano in modo radicalmente diverso. Questo non ha senso, è ingiusto».