Ho apprezzato molto il discorso di Luigi di Maio che conferma un elemento decisamente importante

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Ho apprezzato molto il discorso di Luigi di Maio che conferma un elemento decisamente importante: la direzione su cui questo governo è andato e deve andare sul tema “ambiente” è sempre stata chiara.

Dobbiamo cambiare il paradigma ambientale, a qualsiasi costo. E non è il Movimento 5 Stelle o il Ministro Costa a dirlo, ma scienziati come l’Ipcc, cioè il braccio scientifico delle Nazioni Unite, e le continue, tragiche, manifestazioni del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo.

Stop trivelle, riduzione dei rifiuti, stop inceneritori, chiusura delle centrali a carbone entro il 2025: sono punti essenziali di un manifesto programmatico che è necessario adottare, per il bene delle future generazioni.
Gli inceneritori sono antieconomici, e volerne di nuovi per affrontare le attuali criticità dei rifiuti è un controsenso visto che per costruire un inceneritore ci vogliono circa 5-7 anni (e altri 20 per il rientro economico dell’investimento).
Ricordo a tutti che il sistema degli inceneritori ancora in funzione brucia i rifiuti che potrebbero invece essere trasformati in materia prima.
Vogliamo cambiare questo sistema e rendere davvero i rifiuti una risorsa? O vogliamo continuare a sprecare materie preziose?
Per questo una delle mie prime azioni da ministro è stato creare una specifica competenza per l’economia circolare nel ministero dell’Ambiente. Fino al 10 agosto 2018, quando questo è avvenuto, l’economia circolare era solo un tema da discussioni nei convegni. E con la nuova organizzazione del ministero da poco approvata sarà creata una direzione generale specifica per l’economia circolare. È fondamentale approvare quanti più decreti End of Waste possibili, affinché i rifiuti vengano veramente valorizzati: come recentemente fatto con i pannolini che adesso possono diventare nuova cellulosa oppure gli pneumatici usati trasformati in erba sintetica e campi di calcetto e con i prossimi da farsi al più presto.
Ci vuole del tempo ma la politica del cambiamento radicale non è quella del tutto e subito, ma quella della visione nella giusta direzione e di continui atti che la sostanzino, per salvare il Pianeta e creare nuovi posti di lavoro.

Le trivelle distruggono il nostro territorio per ottenere materie prima altrettanto impattanti per le emissioni climalteranti. 20 anni fa non esistevano alternative diffuse, oggi si. Siamo irremovibili sul fatto che oggi dobbiamo dirigere gli incentivi dal fossile alle rinnovabili, tra l’altro triplicando i posti di lavoro. Insieme al Mise stiamo elaborando il Pitesai, il piano per la transizione energetica sostenibile per le aree idonee e con il decreto Fer1 abbiamo già orientato gli investimenti verso le rinnovabili. Si può fare e lo stiamo facendo.

Sono molte le centrali a carbone in Italia che oggi ancora funzionano e sono operative. Non è una colpa ma è ora che il Paese si riconverta: stop a queste centrali entro il 2025. Non è uno slogan, è scritto nel Piano Nazionale per l’Energia e Clima vincolante e inviato in Europa, e dichiarato uno dei migliori piani europei. Stop all’energia fossile, per un Paese 100% rinnovabile.

Il lavoro non è tanto… è tantissimo, ma se non continuiamo in questa direzione non possiamo salvare il nostro futuro, e quello dei nostri figli e nipoti, neanche quello a noi prossimo.

Ad maiora semper