I REATI ONLINE AI DANNI DEI MINORI

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C’è anche un altro aspetto legato al “consumo” dei social, e più in generale, di internet da parte di minori e adulti. Un aspetto agghiacciante che con la pandemia si è aggravato ulteriormente. Sto parlando dei reati in rete commessi ai danni dei minori, in particolare la pedopornografia che nel 2020 ha registrato un boom di inchieste e tra gli indagati non sono mancati minorenni. Tra il primo gennaio e il 31 ottobre 2020 abbiamo assistito a un incremento del 74% dei casi mentre il numero degli indagati è cresciuto del 61%. Le cronache degli arresti sono sempre più frequenti. Due i casi solo negli ultimi giorni. Lo schema è sempre lo stesso: archivi di decine di migliaia di file alimentati grazie allo scambio internazionale in rete. Immagini raccapriccianti di abusi, violenze, maltrattamenti nei confronti di bambini, anche neonati. Immagini allucinanti, che superano di gran lunga l’immaginazione più perversa. Questo è un problema enorme che rivela inoltre una realtà terribile in molti paesi del sud est asiatico ma non solo, dove i diritti più elementari dei bambini sono violati quotidianamente in modo abominevole. Come possiamo impedire che questo accada? Cosa possiamo fare in assenza di un diritto internazionale che persegua questo genere di reati mostruosi? Domande che purtroppo non hanno una risposta immediata, ma sulle quali tutti noi stiamo lavorando e che in larga parte passa attraverso un maggiore controllo delle identità di chi fa dei post in rete. Ovviamente chi gestisce un computer dovrebbe verificare che i minori sotto la sua responsabilità non accedano a questi siti.