I tre Forcellini

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Quando ho partecipato a qualche quiz televisivo, ho dedicato sempre più tempo per prepararmi alle selezioni che poi per partecipare alla trasmissione vera e propria. E questo è successo sia quando ho partecipato portando una mia materia (i quiz tipici di Mike Bongiorno), sia quando ho presentato una mia scommessa (a Scommettiamo che…? e a Superbrain, entrambi su Rai 1). Ho ripensato a questi eventi ormai lontani mentre assistevo ad alcune puntate di Reazione a catena, quando ho visto la squadra I tre Forcellini, composta da tre matematici padovani. Il nome prende spunto dal rione della città che frequentano durante i loro studi.
Nei giorni nostri mi capita spesso di notare che si fa difficoltà a capirsi, e qualche volta anche la compilazione di un modulo provoca malintesi. Con tutta questa tecnologia che ciascuno di noi si trova a dover gestire, occorre essere chiari, perché un qualsiasi errore ci può provocare disguidi.
Che cosa può legare i tre Forcellini a queste ultime considerazioni? Sono tre matematici, come ho detto, e mi sembra che nel programma che li ha visti protagonisti, dove si dovevano indovinare delle parole, si siano comportati da matematici, durante una fase del gioco in particolare.
Infatti durante l’Intesa Vincente due concorrenti devono porre una domanda al terzo, pronunciando una parola a testa, alternativamente, in modo da suggerire la risposta voluta. Non è semplice, perché se un concorrente vorrebbe definire Firenze come “Qual – è – il – capoluogo – toscano?”, l’altro potrebbe pensare a “Quale – città – è – bagnata – dall’Arno?”, dimenticando forse che anche Pisa è bagnata dal medesimo fiume.
Ma tra le combinazioni che mi hanno fatto apprezzare la preparazione dei tre amici abbiamo: “Cos’è – non – calpestata – con – vocali?” per AIUOLA (ricordando che a scuola ci insegnano che AIUOLE è l’unica parola con tutte le vocali; “Cosa – tesse – l’aracnide?” per RAGNATELA (ricordiamo che non si può usare il termine RAGNO, che ha la stessa radice della risposta); “Qual – è – frutto – carducciano?” per MELOGRANO (ricordando la poesia “Pianto antico”); “Chi – abiurò?” per GALILEO (nessuna altra domanda in due parole avrebbe suggerito così rapidamente la risposta); “Chi – è – padre – al – cubo?” per BISNONNO. Rileggendo le frasi composte dagli amici padovani, mi sembra che non ci sia altro modo più breve per suggerire le risposte che ho indicato. E meno parole si usano, più tempo si risparmia, e questo è un requisito importante per vincere a questa trasmissione.
Soprattutto l’ultima combinazione, che ha portato a BISNONNO, mi conferma che per ottenere dei grandi risultati (e i ragazzi hanno vinto circa 300.000 euro lordi) ci vuole preparazione, e loro si sono preparati sicuramente molto. E di questo sono sicuro, perché li conosco come matematici seri, e lo dico in modo particolare di Alessandro, che parteciperà il prossimo mese alle finali internazionali di Giochi Matematici assieme a me.
Forse anche noi, se ci comportiamo come i tre amici del quiz, riusciremo a trovare le parole con le quali i nostri interlocutori ci comprenderanno senza malintesi, e questo non potrà che agevolarci nei rapporti con gli altri.

Giorgio Dendi