Ieri Eugenio Giani, neo-presidente della Toscana, era ad Arezzo

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Non lo avevo mai visto, non ci eravamo mai scritti (né sentiti) prima del voto. Amici comuni mi hanno chiesto se volessi conoscerlo. A Giani avrebbe fatto piacere. Anche a me.

Giani era ad Arezzo per appoggiare Luciano Ralli, candidato sindaco di centrosinistra nella mia città. Domenica ci sarà il ballottaggio. Conosco da anni Luciano. È stato il medico che ha seguito negli ultimi anni di vita mio nonno, e ne ricordo il garbo dimostrato in quei giorni (parecchio) difficili. Per ne queste cose contano molto. Ralli è persona garbata e onesta. Sarebbe un ottimo sindaco.

Non parlo mai della politica della mia città. Arezzo è il mio nido e ho già abbastanza stress. Non sentirete mai da me mezza parola negativa sul sindaco in carica Ghinelli (centrodestra). Mai. Siamo politicamente agli antipodi e qualche suo alleato mi darebbe fuoco, ma Alessandro è sempre stato con me correttissimo. Molto più dei renziani. È stato Ghinelli a conferirmi il Premio Civitas Aretii (di fatto le chiavi della città), è stato Ghinelli a credere nei Gaber Day e Pink Floyd Day da me ideati, è stato Ghinelli a creare Piazza Gaber su mie indicazione, è stato Ghinelli a scegliermi come uno dei testimonial di Arezzo Capitale della Cultura 2021. Per me il rapporto umano vale tutto e certe cose non le dimentico.

È ovvio che domenica voterò Luciano Ralli, perché ero e resto un uomo di sinistra. E perché Ralli si è opposto da sempre al renzismo (pagandone le conseguenze). Credo che alla mia città farebbe bene un cambio di rotta, ma so già che lunedì pomeriggio Arezzo avrà in ogni caso un ottimo sindaco. E questo mi rincuora, perché Arezzo merita ogni fortuna. È un capolavoro che, per sua sfortuna, talora dimentica di esserlo.

Torno ora a Giani. Abbiamo parlato alcuni minuti e mi ha fatto una bella impressione. Avrei potuto tenere “segreto” l’incontro, ma con voi mi piace essere franco. E poi non c’è nulla da nascondere. Tra Ceccardi (e chi la appoggia) e Giani (e chi lo appoggia) c’era (c’è) un mondo. La sua vittoria, per noi toscani, è una buona notizia e uno scampato pericolo.

Giani mi ha ringraziato per l’onestà intellettuale e per avere “innegabilmente aiutato, con i miei scritti e i miei interventi, la mia elezione”.
Forse mi sopravvaluta e forse no. Quel che conta è un altro aspetto: Giani deve ora ripagare la fiducia di chi lo ha votato. Ora con convinzione e ora meno. Lui, questo, lo sa bene. Se deluderà, sarò (saremo) i primi a farlo notare. Al tempo stesso, se attraverso i miei spettacoli e la mia attività potrò contribuire a un rilancio culturale della mia splendida regione, ne sarò lieto. Come “artista”, va da sé, e senza alcun ruolo politico. Quelli non mi interessano, né mai mi interesseranno.

Buon lavoro a Giani, buon voto agli aretini.

Andrea Scanz