IL BOA CINESE AL COLLO DEL GOVERNO ITALIANO

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Situazione paradossale: la causa dei nostri mali ci viene raccontata come la soluzione ai nostri problemi. SI capisce che, dopo aver dato donato al mondo il Coronavirus e averne nascosto l’esistenza per settimane, le autorità cinesi siano interessate a rinverdire la propria immagine. Non si capisce quale sia l’interesse nazionale italiano nell’assecondare la propaganda cinese. Se, come si dice, è una guerra, a scatenarla è stata Pechino. Se, come si dice, è una guerra, a Pechino dovremmo chiedere di risarcirne i danni o quantomeno di mettersi nelle condizioni di non provocarne di nuovi. E invece…

Invece, lo scorso 10 marzo, sul sito della Farnesina abbiamo letto con imbarazzo le parole riconoscenti del ministro degli Esteri italiano nei confronti del suo omologo cinese. Abbiamo assistito all’ancor più imbarazzante diretta Facebook di Di Maio che a Fiumicino attende sull’attenti l’arrivo dell’aereo con gli aiuti cinesi al fianco dell’ambasciatore di Pechino a Roma. Abbiamo letto, e questo è più inquietante che imbarazzante, che dopo la telefonata tra Conte e Xi Jimping si ipotizza di trasformare la “Via della seta” in una “Via della salute” che consisterebbe nell’affidare ad aziende cinesi la gestione dell’arcisensibile cloud sanitario italiano.

Una narrazione a contrario, che pergiunta elude il problema. Il problema è che le crisi di quest’epoca nascono nelle pieghe della globalizzazione e sono dovute alla mancanza di regole comuni. Aver consentito alla Cina di entrare nell’Organizazione mondiale del commercio (Wto) senza adeguare il proprio mercato del lavoro agli standard occidentali ha determinato una competizione sleale che ha devastato le nostre aziende manifatturiere. Stesso discorso per gli standard igienici e sanitari, essendo acclarato che tanto la Sars quanto il Coronavirus sono dovuti alla promiscuità tra animali e uomini nei famigerati “mercati umidi” cinesi.

Società globalizzate richiedono regole globali. Il fatto che Boris Johnson rifiuti le modalità di intervento contro il Coronavirus adottate da tutti gli altri paesi confidando negli improbabili effetti benefici dell’immunità di gregge mette a rischio non solo i sudditi britannici, ma tutti noi.

La globalizzazione non è il male assoluto, è un fenomeno da governare con intelligenza politica. Questione complessa, perciò elusa da quei leader che preferiscono far leva sulla paura accreditando la possibilità di un isolamento impossibile o si dimostrano così incoscienti e vanesi da pensare di potersi mettere al collo il boa imperiale cinese senza venirne prima o poi soffocati.