Il circo “Quirinalizio”

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Quando un Paese affida il proprio corso democratico istituzionale a soli due Personaggi, seppure autorevoli, Mattarella bis e Draghi premier, allora è proprio vero che la democrazia e i partiti sono fuori dal tempo e dalla realtà delle cose, e si è di fronte a una vera e propria decadenza della politica intesa come massima espressione della società civile.

Rinnovare il mandato per un altro settennato o parte di esso al Presidente della repubblica Mattarella, forzando il regolamento costituzionale, e non tenendo conto del rifiuto più volte espresso dall’interessato, sta a significare quanto debole sia la proposta attuale della politica.

Il tutto viene, sempre se ce ne fosse bisogno, evidenziato dalla pochezza dei presunti candidati “Quirinalizi”, l’incolore e conservatore ex Presidente del Senato Pera figura legata da sempre al berlusconismo, la ministra Cartabia forte della riforma della giustizia che premia i corrotti e sostenuta dal variegato mondo politico di comunione e liberazione, il sempre eterno e ondivago Casini, l’attuale Presidente del Senato Casellati fans del “macho” di Arcore e nota anche per lo scandalo dei voli a costi elevati su aerei militari, Giuliano Amato di anni 83 lacchè di Craxi definito il “dottor sottile” e “il coniglio bianco su sfondo bianco” per rappresentarne l’insussistenza politica e l’assenza assoluta di carattere, poi su tutti spicca l’intramontabile ottantacinquenne Caimano noto pluripregiudicato condannato in via definitiva per frode fiscale.

Un nome apparentemente divisivo ma che sotto sotto è ben accetto a buona parte della politica rappresentando il classico Presidente che dura poco, un Presidente con un mandato ad orologeria che eviterebbe di ricorrere in tempi brevi alle urne e garantirebbe il prosieguo della legislatura con la gioia di tutti i Peones presenti in parlamento. Dal cilindro dell’Innominabile di Rignano in questo circo Quirinalizio però potrebbe uscire come outsider geriatrico il classico “Coniglio Bianco” al secolo Giuliano Amato, un uomo della restaurazione gradito in maniera trasversale da molti parlamentari, dall’Europa, e in ultima analisi, visti i comuni trascorsi Craxiani, anche da Berlusconi.

Così l’ex premier, ora giudice costituzionale, potrebbe essere il nome più accreditato per superare i veti incrociati sulle altre candidature e posizionarsi anche Lui con un mandato breve sul Colle. E l’attuale Premier Draghi, l’altro “Uomo della Provvidenza”, potrebbe portare a termine la legislatura, coabitando, viste le collaborazioni passate, con il nuovo Presidente della Repubblica. Ma sarà veramente così? Dopo aver reso trasparente il suo desiderio di salire alla Presidenza della Repubblica si è manifestata nei confronti di Draghi una diffusa ostilità nella maggioranza ed è ripartita la ricerca di una soluzione in grado di tenere insieme la continuità di governo con le aspirazioni dell’attuale Presidente del Consiglio.

Di certo, come dice il costituzionalista e giudice emerito della Consulta Sabino Cassese, “L’enfasi sul Colle nasconde il vuoto dei partiti”. Infatti la crisi istituzionale figlia del venir meno della autorevolezza e della rappresentatività dei partiti dissoltisi oggi nella grande ammucchiata di governo rende manifesta quanto amara sia la reale condizione in cui versa la politica e la Democrazia del nostro Paese.

Dott. Paolo Caruso