Il governo fa il gioco delle tre carte con i dati sull’occupazione

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marco rizzo
marco rizzo

Salvini e Di Maio sbandierano ai quattro venti la caduta del tasso di disoccupazione al di sotto del 10%, apparentemente un record rispetto ai dati degli ultimi sette anni. Ma a guardar bene i dati raccontano un’altra storia. Dei 67.000 nuovi posti di lavoro 41.000 sono partite IVA e contratti a termine mentre 26.000 sono stabilizzazioni derivanti dalla trasformazione di contratti in staff leasing. In altre parole, paghiamo la diminuzione del tasso di disoccupazione con un aumento del precariato. Ma non solo: il 64% del totale dei nuovi contratti è rappresentato da part time volontari. Quindi, si tratta sì di stabilizzazioni, ma il monte delle ore lavorate è diminuito dello 0,1% rispetto al 2018. n ogni caso l’Italia, per tasso di occupazione (59%) occupa il penultimo posto nell’UE. Solo la Grecia è messa peggio di noi (55%). I posti di lavoro creati sono precari e a basso salario, le cifre record nascondono in realtà un arretramento delle condizioni reali dei lavoratori. Il governo Cinque Stelle-Lega in realtà non ha invertito alcuna rotta rispetto al PD, grande artefice della deregolamentazione del lavoro e primo responsabile della precarietà. I successi strombazzati sono in realtà il risultato di misure che contribuiscono a peggiorare la condizione di sfruttamento e ricattabilità dei lavoratori, il cui diritto a un salario stabile e dignitoso continua a essere spudoratamente negato.