Il lavoro nero e il caporalato sono piaghe che affliggono diversi settori produttivi

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Il Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura

Istituito nel 2016, si riunirà il prossimo 14 luglio, e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali avrà il compito di coordinare il gruppo di lavoro “Filiera produttiva agroalimentare, prezzi dei prodotti agricoli.
Sono particolarmente soddisfatto di quanto ottenuto negli ultimi anni, anche grazie al lavoro svolto sia al Ministero dello Sviluppo Economico che al Ministero delle Politiche Agricole, in merito agli investimenti in innovazione e formazione professionale possibili oggi grazie a Transizione 4.0.
Ma per prevenire lo sfruttamento e il lavoro nero è necessario incentivare i contratti di filiera che favoriscono l’aggregazione dei produttori e la collaborazione con le organizzazioni di categoria.

A questo va aggiunta la necessità di pianificare i flussi di manodopera e il miglioramento dell’efficacia, della trasparenza e della gamma dei servizi per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro agricolo: ciò contribuisce a prevenire il ricorso al caporalato e ad altre forme d’intermediazione illecita.
Possiamo dire che dal 2016, anno di approvazione della legge 199, molta strada è stata fatta.

E il tema dei diritti dei lavoratori è diventato un elemento centrale nella definizione delle politiche agricole.
Il recente accordo sulla riforma della PAC rappresenta un traguardo storico da questo punto di vista: accanto alla sostenibilità economica e ambientale si inserisce, a pieno titolo, anche il tema della condizionalità sociale. Si sancisce, in modo chiaro che solo le aziende che rispettano le norme sul lavoro hanno diritto di ricevere i finanziamenti europei. È un prezioso obiettivo per il quale mi sono battuto molto in ambito europeo.