IL LAVORO PART-TIME IN CONTINUA CRESCITA

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È sempre più evidente il continuo e costante aumento dei rapporti di lavoro part-time che agevolano le imprese contribuendo a fornire manodopera massicciamente flessibilizzata.
Di recente anche l’ISTAT ha reso noto i dati riguardanti il lavoro a tempo parziale nel nostro Paese.
In media, nel 2019, il 30% dell’occupazione dipendente è a tempo parziale. Quota che dal 13% nell’industria sale al 37% nei servizi di mercato, per raggiungere il 56% nei servizi personali e sociali*
Se da un lato il lavoro a tempo parziale può rappresentare una modalità per la gestione del tempo libero e/o per la gestione familiare, dall’altro, soprattutto a causa della più ridotta retribuzione, non viene scelto in linea di massima da lavoratrici e lavoratori, ma IMPOSTO dalle regole di mercato che impongono tale forma di lavoro involontaria.
Uno degli aspetti che non viene messo in evidenza dall’analisi ISTAT, è la suddivisione di genere.
Traspare infatti dai settori, che l’impatto di questa modalità è maggiore per il personale femminile in quanto opera maggiormente in ambiti, come quello dei servizi (pulizie, ristorazione, commercio, ecc) e quelli dedicati alla persona (assistenza familiare, settore sanitario, ecc.).
La tecnologia conosciuta ha consentito di pari passo, negli ultimi 20 anni di ridurre fortemente i tempi produttivi e quindi è opportuno avanzare una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro. Conseguentemente la maggior produttività consente alle imprese di incrementare i profitti per ogni ora lavorata che deve essere ridistribuita in termini di maggiore salario.
NO AL PART TIME INVOLONTARIO
– ORARIO
+ SALARIO

Partito Comunista