Il lavoro sommerso nel nostro Paese coinvolge 3 milioni di persone

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Sono i dati del V Rapporto Agromafie e Caporalato che conferma un quadro drammatico, in particolare per il settore agroalimentare, dove si calcola che siano 180mila le persone vittime del caporalato e dell’illegalità

E questo nonostante una legge, quella contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura approvata durante il Governo Renzi, che funziona e garantisce da anni risultati importantissimi. Ma una legge, per quanto ottima, non è sufficiente a sconfiggere in radice una piaga così profonda. La sconfitta del caporalato e della intermediazione criminale del lavoro, il contrasto al lavoro nero si affermano se si afferma, dovunque, la prevenzione volta a conquistare terreno, la legalità, l’incrocio regolare domanda e offerta di lavoro, accompagnati da una rete di servizi in cui il pubblico è snodo nevralgico.
Sono questi gli obiettivi che ci hanno orientato nell’impegno al Ministero delle Politiche agricole e al Tavolo del Piano triennale per la prevenzione al caporalato.
E’ questa la ragione della battaglia portata avanti per la regolarizzazione del lavoro irregolare, italiano e straniero, nelle case e in agricoltura, ma la cui urgenza si è acuita con l’avanzare dell’emergenza covid per garantire lavoro dignitoso, salute e sicurezza a tutti i lavoratori e all’intera comunità.

E’ noto che avremmo voluto fosse estesa anche ad altri settori. Siamo stati osteggiati, su questo e altro, fin dall’inizio ma non abbiamo mai smesso di credere nella giustezza delle nostre ragioni e nel diritto alla dignità. Soprattutto non abbiamo mai avuto esitazioni nel sapere che se lo Stato arretra o si distrae, la criminalità mafiosa avanza.

Il caporalato si sconfigge con più legalità, più concorrenza leale, più difesa delle imprese sane, più controlli, smantellamento degli insediamenti informarli. Il nostro impegno continua, e continua la sollecitazione che abbiamo rivolto nei mesi scorsi: vaccini anche per le lavoratrici e i lavoratori stranieri irregolari. La salute è un diritto di tutti.