Il Movimento e i politicanti di professione

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La grande innovazione introdotta dal Movimento è stata la sostituzione dei politicanti di professione coi cittadini. Una politica cioè fatta da cittadini e per i cittadini. Sono passati solo tre anni da quando il Movimento han conquistato il potere e il quadro è desolante. Molti di quei cittadini entrati nei palazzi hanno tradito o lasciato, altri son stati cacciati e dopo gli ultimi eventi è scoppiata una rissa intestina. Qualcosa non ha funzionato. I cittadini al posto dei politicanti di professione dovevano servire proprio ad evitare le deleterie perversioni della politica italiana. Tipo onorevoli che una volta nei palazzi tradiscono il loro mandato o danno vita a correnti e danno retta a qualche capobastone invece che alla loro base. I cittadini nei palazzi dovevano garantire il mantenimento delle promesse elettorali, ma anche mantenere viva la voglia di cambiamento radicale della base, il suo slancio, il suo entusiasmo per un paese migliore. Compattezza e coerenza quindi, ma anche coraggio e determinazione. L’innovazione introdotta dal Movimento ha funzionato eccome i primi tempi di governo, quei cittadini sono entrati nei palazzi uniti e motivati a realizzare le proprie bandiere e ci sono in gran parte riusciti. Il Reddito e la Spazzacorrotti sono solo due esempi e se il Movimento fosse stato al governo da solo, avrebbe realizzato ancora di più. Altro che incapaci e incompetenti, il Movimento ha dimostrato che il suo modello funziona e che i cittadini possono sia conquistare il potere, sia usarlo per realizzare le proprie idee perfino in un paese come il nostro. Una storica lezione di democrazia. Una lezione da imparare e da replicare. Ma solo tre anni dopo il quadro è desolante. Quei cittadini entrati nei palazzi han perso un enorme consenso, si son sfaldati e ora sembra addirittura che vadano per la loro strada. Si vocifera infatti di maturazioni, di evoluzioni e della nascita di un nuovo partito guidato da un salvifico leader. Proprio come han sempre fatto i politicanti di professione che una volta nei palazzi fanno di testa loro. Rimangiandosi promesse e tabù, cambiando linea e perfino identità. I politicanti di professione da noi si son sempre arrogati il diritto di fare i propri comodi, perfino disfare o trasformare partiti eletti dai cittadini e fondarne di nuovi nei palazzi. Nuovi leader, nuove confezioni, nuovi slogan, nuovi prodotti partitici da proporre sul mercato elettorale sperando che incontrino i gusti degli elettori. Il risultato è noto, una democrazia falsata. Caratterizzata da un fossato profondissimo tra società e politica e da un abnorme partito di disgustati che non vota nemmeno più. Caratterizzata da una politica inconcludente e incapace di cambiare davvero la realtà. Questo perché originata nei palazzi e non in piazza, perché calata dall’alto e quindi non genuina e che alla fine al di là delle chiacchiere altosonanti diventa autoreferenziale e conservatrice di se stessa oltre che sterile. Portando i cittadini nei palazzi, il Movimento ha introdotto un’innovazione cruciale che va al cuore di uno dei mali peggiori della nostra democrazia. Quello della sovranità popolare travisata ed abusata dalle caste politicanti e dai deliri egoistici dei capibastone e dai loro seguiti. Proprio per questo il Movimento è stato osteggiato così ferocemente, perché i cittadini nei palazzi davano fastidio e dimostravano che un modo diverso e migliore di fare politica è possibile anche da noi. Dopo soli tre anni il Movimento versa in condizioni desolanti. Come se quei cittadini entrati nei palazzi fossero stati risucchiati dal sistema e dalle loro logiche. E altrettanto avessero fatto i cittadini rimasti a casa. Ma non bisogna disperare. Comunque vada a finire questa fase turbolenta, il Movimento ha dimostrato che il suo modello funziona. Che i cittadini possono conquistare il potere e realizzare le proprie idee. Una storica lezione di democrazia. Da imparare. E da replicare.

Tommaso Merlo