IL NUOVO PACCHETTO IMPRESE? COME IL MASSO DI SISIFO!

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APPREZZATO INTERVENTO DEL PROFESSOR BEPPE GHISOLFI, BANCHIERE EUROPEO E SAGGISTA FINANZIARIO, SULLA 7 A “L’ARIA CHE TIRA”: LA STESSA CONVERSIONE IN LEGGE DEL DL LIQUIDITA’, PUR CON L’AUTOCERTIFICAZIONE CHE COMUNQUE ANCORA ATTENDE L’OK EUROPEO DA BRUXELLES E NON CANCELLA LA NECESSARIA VALUTAZIONE DI MERITO CREDITIZIO, RISCHIA DI FAR RICOMINCIARE DA CAPO L’ITER DI MOLTE DOMANDE DI PRESTITO PRESENTATE DALLE IMPRESE.

SINTONIA CON IL SENATORE BAGNAI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE FINANZE DEL SENATO

Il nuovo “pacchetto” su Imprese, Banche e Liquidità, divenuto legge dello Stato dopo il doppio passaggio parlamentare alla Camera e al Senato, con una serie di novità di intento semplificativo – come l’autocertificazione – che tuttavia richiedono il visto finale della UE da Bruxelles per poter entrare in vigore, rischia tuttavia di essere un “masso di Sisifo”. Proprio così: quel famoso personaggio narrato nell’Odissea di Omero che, per punizione divina di Zeus, viene condannato a portare sulla cima di una montagna un masso che puntualmente rotola di nuovo giù, e così all’infinito.
Infinita sembra del resto la trafila desumibile dalla riscrittura del decreto che, nell’intenzioni del governo, avrebbe dovuto creare una corsia preferenziale nella concessione di liquidità alle imprese chiuse dall’emergenza covid: liquidità non dello Stato ma delle Banche, dove di pubblico c’è soltanto una garanzia mentre a dare i soldi dovrebbero essere gli Istituti di credito chiamati da una parte a fare in fretta e dall’altra a fare attenzione a non incorrere in sanzioni penali che scattano nel caso di mancata istruttoria.
La versione definitiva della normativa è stata al centro di una delle più recenti puntate dell’Aria Che Tira, il molto seguito programma delle ore 12 condotto sulla 7 da Myrta Merlino e nel quale il Professor Beppe Ghisolfi, Banchiere europeo e saggista finanziario di successo, ha interagito – in collegamento dalla provincia Granda – con lo studio TV e con l’Economista Alberto Bagnai, Senatore e Presidente in carica della Commissione Finanze.
Diversi i punti evidenziati dal Banchiere Scrittore: in primo luogo, una volta approvata dalla Commissione UE, l’autocertificazione che le imprese potranno compilare all’atto di presentare la richiesta di prestito alla Banca, non toglie il confermatissimo obbligo in capo a quest’ultima di procedere in ogni caso alla valutazione del merito creditizio – aspetto ribadito anche dal Direttore Generale ABI, Sabatini -, a pena del rischio per la stessa e per i suoi funzionari di incorrere in sanzioni; in seconda battuta, il fatto che il decreto abbia dovuto subire una riscrittura indica che la versione iniziale era stata scritta non bene, finendo con l’aggravare le procedure e i tempi di rilascio dei finanziamenti. I quali, per potersi sburocratizzare e non dover incorrere nell’esame di bancabilità dell’azienda, avrebbero dovuto essere a fondo perduto fin dall’inizio della crisi economico-sanitaria. In terzo luogo, il fatto che l’asticella del miniprestito sia stata portata da 25.000 a 30.000 euro comporta che le aziende che vorranno accedere alla maggiore linea di credito saranno tenute a ricompilare la modulistica.
Insomma, il masso di Sisifo!
Considerazioni fatte proprie dall’economista Alberto Bagnai, Senatore della Lega e Presidente della Commissione Finanze, il quale nel dialogo interattivo con Ghisolfi ha sottolineato che, in luogo di garanzie pubbliche virtuali, il governo avrebbe dovuto fare molto di più sul versante della sospensione degli obblighi fiscali, vera croce del sistema produttivo italiano, e agire sulla leva di aiuti più diretti a famiglie e imprese. Quattrocento miliardi, la cifra che il governo avrebbe voluto far erogare dalle Banche, corrispondono – ha precisato il Senatore Bagnai – al 30 per cento dell’intero ammontare dei prestiti bancari in corso: era impensabile fin dal principio che gli Istituti di credito, in presenza di un insufficiente sistema di garanzie pubbliche, potessero aumentare di un terzo lo stock dei propri finanziamenti in così poco tempo, con le filiali sul territorio coinvolte dall’emergenza covid al pari di altre categorie di imprese.