Il paese dei furbi

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Ripeto ancora una volta che l’obiettivo della società è la creazione della disuguaglianza. Le destre sono tanto fedeli a questo progetto che lo inaspriscono, le sinistre ne dovrebbero mitigare i rigori. I mezzi che le destre usano per questo fine sono il varo di provvedimenti iniqui, l’allestimento di vantaggi per le classi agiate, la cancellazione di aiuti a quelle gregarie, la mistificazione

Se crediamo ancora di vivere in un paese civile in cui la democrazia riesce a rappresentare gli interessi della maggioranza della popolazione, mettiamo a confronto i risultati della politica nazionale con quelli del resto d’Europa.

Nel paragonare alcune voci della spesa pubblica rispetto al Pil, notiamo che la spesa sanitaria è 16ima tra i paesi dell’Ocse e ben sotto la media europea; seguono quelle per l’istruzione e la ricerca, ampiamente sotto la media. Diventano espliciti il disprezzo del lavoro e la tutela del Capitale se si osserva che il nostro tasso di occupazione è l’ultimo insieme a quello della Grecia; siamo l’unico paese europeo dove i salari sono diminuiti negli ultimi trent’anni, e siamo agli ultimi posti come numero di addetti nei centri per l’impiego; non c’è un salario minimo né un reddito minimo garantito, le tasse sul lavoro sono tra le più alte nella classifica.

In compenso, abbiamo un’imposta sulla ricchezza iniqua e ballerina, e come tassa di successione siamo nel mondo una specie di paradiso fiscale. La nostra spesa pensionistica è la più alta tra i paesi dell’Ocse, ma sbilanciata verso le pensioni più ricche; gli stipendi dei manager e dei boiardi di Stato sono i più alti d’Europa, come pure gli stipendi dei parlamentari; la prescrizione è un caso unico nel nostro continente, e il numero dei giudici per abitanti è parecchio sotto la media, però sono i meglio pagati. Nondimeno abbiamo il più alto numero di avvocati.

Fate due conti! Questo è quello che è successo negli 80 anni di Repubblica e di democrazia. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio sul fatto che la disuguaglianza non sia naturale ma ideologica e politica, allora vuol dire che crede o spera di potersi assicurare i benefici elargiti da un sistema che propaganda di premiare meriti naturali, geografici, sociali e acquisiti, così come da programma delle destre. Tutto questo avviene perché siamo un popolo che non capisce un’acca del proprio interesse, che segue ad ogni tornata elettorale chi inveisce contro il potere degli altri mimando la tensione rabbiosa di un cittadino indifeso. Tutto questo avviene perché siamo un popolo assuefatto alla corruzione che accresciamo nella speranza di poterne beneficiare. Così, a differenza degli altri, nella patria del valore civile del “Qui nessuno è fesso”, nasce la realtà politica del “Qui, fessi, lo siamo tutti”

(Giuseppe Di Maio)