Il Papa: Il libro di Fiorito, guida per sintonizzarsi con lo Spirito

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“Cercare e trovare la volontà di Dio”: è il titolo del libro del gesuita, studioso della spiritualità ignaziana. Il Papa, nella sua prefazione, lo definisce un volume “componibile” per “aiutare” chi dà e chi fa gli esercizi spirituali

Prefazione di Papa Francesco

«Aiutare» è la parola chiave del breve Prologo con cui Miguel Ángel Fiorito ci introduce al suo libro Cercare e trovare la volontà di Dio. Gli aiuti che propone il maestro – così, familiarmente, lo chiamavamo noi suoi discepoli – nella loro semplicità possono passare quasi inavvertiti al lettore poco abituato. Tuttavia le sue indicazioni sono necessarie per riuscire a leggere con profitto un libro come questo, che ha una struttura aperta o, come diremmo oggi, interattiva. È un libro a cui si può applicare ciò che Fiorito dice degli Esercizi di sant’Ignazio: i suoi testi acquistano tutto il loro valore nel contesto di «una relazione tra chi propone e chi svolge gli Esercizi. Queste due persone si accompagnano a vicenda nel corso di un itinerario che è essenzialmente prefissato [nel quale] chi dà gli Esercizi propone i temi di preghiera, garantisce il dovuto carattere e svolgimento del ritiro e guida l’esercitante mediante il discernimento spirituale».

In questa prefazione mi soffermerò – a modo di ripetizione ignaziana – su alcuni di questi aiuti che costituiscono il cuore del Prologo e di ogni «scheda di lettura spirituale». Sono cose che hanno fatto bene a me e spero che possano fare bene ad altri. Aiutare «fino a un certo punto» Fiorito insiste due volte sul fatto che il suo aiuto è «fino a un certo punto». Questa coscienza e accettazione del proprio limite ci parlano della sua carità discreta e di quanto fossero profondi in lui il rispetto e la fiducia nella libertà dell’altro. Il suo aiuto – come quello degli Esercizi – arriva fino al punto in cui l’altro, nella sua libertà, desidera sinceramente lasciarsi aiutare. Il primo discernimento che Ignazio fa fare a chi deve proporre gli Esercizi a qualcuno consiste nel distinguere tra due tipi di soggetti: colui che «vuole essere aiutato […] per soddisfare fino a un certo punto la sua anima» (ES 18) e colui che «desidera ricavare il maggior frutto possibile» (ES 20).

Al primo tipo di persona si danno Esercizi più leggeri, mentre al secondo si danno tutti e nell’ordine in cui Ignazio li ha pensati. In questo spirito, le meditazioni di Fiorito aiuteranno di più chi si vuole aiutare di più. L’aiuto spirituale è aiuto alla libertà. È pertanto un supporto guidato dalla carità discreta che, senza maltrattare i limiti, sa trovare perfino quei «desideri di desideri» su cui la grazia fa leva e con cui rende possibile aiutare un esercitante a fare un passo avanti – con coraggio e audacia – nella sua vita spirituale. Il desiderio di aiutarsi per aiutare «Aiutare» è una parola molto cara a Ignazio. Di fatto nella sua esperienza gli aiuti che gli dava Dio furono sempre inseparabilmente uniti a quelli che lui stesso offriva con prontezza e dedizione agli altri. All’inizio della sua conversione, come sappiamo, Ignazio faceva vita da eremita, ma era un eremita socievole e la gente si avvicinava, gli confidava i suoi problemi e gli chiedeva consiglio. Lui stesso racconta nella sua autobiografia che si appuntava le cose che gli facevano bene pensando a come avrebbero potuto essere di aiuto per gli altri (cf Autobiografia, 26). Così andò elaborando gli Esercizi, come chi «contempla Dio nell’azione». Ma non in un’azione qualsiasi, bensì nell’azione di un Dio che lo aiutava affinché imparasse ad aiutare il prossimo.

Questo spirito anima gli aiuti che Fiorito propone e posso attestare che, quando si stanno dando Esercizi e si cerca qualcosa per aiutare l’esercitante su qualche punto concreto, si resta sorpresi da quanto le sue «schede di lettura» siano illuminanti, come se fosse il maestro stesso ad alzarsi per cercare proprio quella in particolare nei cassettini della sua biblioteca, dove le teneva classificate per argomento, e ce la desse in mano. Come dice Gaudete et exsultate: «Il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato, e se è anche oggetto di riflessione, ciò ha valore solo quando ci aiuta a vivere il Vangelo nella vita quotidiana» (GE 109). Aiutare «in qualche modo» Se aiutare «fino a un certo punto» riguarda la libertà, aiutare «in qualche modo» rimanda allo stile. Afferma Fiorito: «Abbiamo trasformato in una “scheda di lettura spirituale” tutto ciò che ci ha fatto bene negli autori che citiamo, per aiutare, in qualche modo, alla pratica del “mese”». Quella che Fiorito chiama «scheda di lettura spirituale» è un genere letterario tutto suo, originale. Insieme ad altri tipi di scritti, come gli articoli della rivista Stromata e del Boletín de espiritualidad, Fiorito distribuiva foglietti ciclostilati con inchiostro blu caratterizzati dal fatto che l’argomento trattato doveva rientrare in un foglio orizzontale, riempiendone – a volte quasi senza margini – le due facce, in modo che il contenuto si potesse leggere tutto di fila.

Erano scritti brevi, interessanti e sempre pratici. In essi faceva propri testi di altri autori, usandoli liberamente, commentandoli, annotandoli. Questa «conversione» di un materiale ricco e composito in schede di lettura maneggevoli è frutto di un lungo lavoro di contemplazione e discernimento. Quella che Ignazio chiama «riflessione per ricavare frutto» da ciò che si è contemplato e che ci ha fatto bene, nelle mani di Fiorito si trasforma in un frutto ruminato e razionato pensando a ciò che l’esercitante può e deve assimilare in ogni tappa dei propri Esercizi. Perciò avverto il lettore che questo libro va letto e utilizzato nella stessa dinamica e con lo stesso spirito con cui è stato scritto. Una nota della Bibbia o un semplice riferimento a una lettera di Ignazio possono trasformarsi, nelle mani di chi dà gli Esercizi, in fonte di ispirazione per creare «un’altra scheda di lettura» che si aggiungerà a quella proposta da Fiorito. Di un tema si possono tralasciare varie cose e prendere come «scheda di lettura» un solo paragrafo, o anche combinarne vari, seguendo le tracce che Fiorito lascia con le sue «ripetizioni». Siamo, quindi, davanti a un libro «componibile», per parafrasare lo scrittore argentino Julio Cortázar ; un libro aperto «per aiutare» chi dà e chi fa gli Esercizi.

Questo ci porta a far notare al lettore che le «schede» di Fiorito richiedono un preciso tipo di lettura. Non dico facile o difficile, né arduo o piacevole, ma preciso. Il maestro dà tre raccomandazioni al riguardo: le sue «schede» non vanno lette tutte di fila né una volta per tutte, ma soffermandosi dove ci si trova bene e ripetendo la lettura; in questo modo, ci dice, può accadere che quanto non si è apprezzato una volta si apprezzi un’altra volta. Senza invalidare queste due cose, la raccomandazione finale viene al dunque: il maestro propone due letture, una rapida, come per rendersi conto di che si tratta, e poi una che vada piano, soffermandosi sul testo, sulla frase o sulla parola che più attira la nostra attenzione. Nella mia esperienza, tramite queste due procedure ci si mette in sintonia con la dinamica interna delle «schede». La lettura rapida consente di abbracciare la totalità del tema in questione. Per rendere possibile questa lettura d’insieme, che apre orizzonti, sgombra dubbi e toglie ostacoli, le schede sono brevi e di una lunghezza sempre simile. Questa lettura rapida mira a soddisfare – fino a un certo punto – la necessità di «studiare» un tema, perché «senza lo studio, nella misura dello stato di ciascuno, la fede (che è la radice della preghiera)  è minacciata di infantilismo; e l’azione o servizio apostolico corre il rischio, per scarsa comprensione, di risultare inefficace» .

Questa visione rapida dell’insieme – a cui si possono man mano aggiungere nuovi studi attualizzati – si completa con la lettura contemplativa, nella quale ci si ferma a sentire e a gustare il tutto in un frammento. Vengono in aiuto di questa lettura saporita due risorse proprie dello stile di Fiorito. Una è l’epigrafe con cui introduce tutte le schede. Vi espone l’idea forza che lo ha ispirato a scrivere su quel tema, ripresa da qualche autore o sua originale. L’altra risorsa consiste nel modo di sviluppare i temi, suddividendo il testo in punti brevi e numerati, che rendono più agevole soffermarsi su qualcuno in particolare. Aiutare a praticare Il maestro conclude il prologo rimarcando che il suo commento pratico sarà di aiuto a chi voglia praticare gli Esercizi, non limitarsi a studiarli. Teniamo presente che quando dice «praticare» non si riferisce soltanto all’aspetto materiale – cioè seguire i passi della preghiera e le tappe proposti da Ignazio, attenendosi alle annotazioni e alle addizioni –, ma alla pratica del discernimento: al darsi il tempo di sentire le mozioni dello Spirito, a discernerle da quelle dello spirito cattivo e a tradurre nel concreto la volontà di Dio tramite la scelta e riforma della propria vita. In questa dinamica le schede di lettura di Fiorito si rivelano particolarmente efficaci.

In effetti l’ispirazione ultima di questo stile per «schede di lettura» sono gli Esercizi stessi di sant’Ignazio, in cui le meditazioni, le contemplazioni, le annotazioni, le regole e via dicendo hanno lo stesso andamento riproposto da Fiorito. Un’ultima parola sulla struttura generale del libro. L’organicità interna del materiale che Fiorito ci offre non è frutto di uno schema astratto, ma di una grazia di discrezione spirituale e di anni di esperienza nel dare gli Esercizi. È palese – basta vedere l’indice – che nel libro la scelta o riforma di vita e la discrezione spirituale hanno un posto centrale. La divisione classica degli Esercizi in quattro settimane segue i passi della seguente formula: «Riformare quello che è deformato (Principio e fondamento e Prima settimana), conformare – alla vita e allo stile di Cristo – ciò che è stato riformato (Seconda settimana), confermare ciò che è stato conformato (Terza settimana), trasformare quello che è stato confermato (Quarta settimana)». Fiorito dice che la formula è ingegnosa e che in linea di massima ben si adatta al processo in corso nelle quattro settimane degli Esercizi di sant’Ignazio.

Tuttavia, il fatto di porre la scelta o riforma di vita come centro e fine degli Esercizi fa sì che a queste quattro settimane venga impresso un impulso a trasformarsi in uno schema ternario: preparazione precedente (1), scelta (2) e conferma che la completa e la perfeziona (3). Al proposito mi pare interessante sottolineare come il concetto di «riforma» – così in auge attualmente – ne venga ampliato e approfondito. Negli Esercizi la riforma non si trova in tensione soltanto con ciò che prima era deformato, ma – e in maniera determinante – con il conformarsi a ciò che è nuovo, cioè alla vita, allo stile, ai criteri e alle scelte del Signore. La riforma non ha un carattere funzionale, né di autoperfezionamento, ma piuttosto un carattere nettamente finalizzato alla missione.

Se guardiamo l’esempio di san Pietro, vediamo che ogni volta che si confessa peccatore, immediatamente il Signore lo chiama a seguirlo, perfezionandolo non in tutto, ma in ciò che serve per essere pescatore di uomini (imparerà a «gettare le reti nel nome di Gesù») e per pascere le sue pecore. Il Signore non chiederà a Pietro di mettersi a riformare tutti i difetti che si porta dietro dalla vita passata, ma lo inviterà a uscire da sé per annunciare il Vangelo, missione nella quale il passato si riformerà riguardo a certe cose e non tanto riguardo ad altre. Secondo il modello del Vangelo, il fuoco e la forma interiore degli Esercizi, come dice Fiorito, consistono nell’azione interiore di conoscere – tramite il discernimento – «la volontà divina sui temi rilevanti della nostra vita spirituale»