Il professor Galli a Confindustria: “Volete una data certa per ripartire? Parlate con il virus”

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Confindustria spinge per riaprire subito le aziende e ripartire. Fa pressing sul governo e sulle forze politiche che, in qualche caso, gli fanno da megafono. Come Italia Viva che per bocca di Matteo Renzi, in più occasioni, negli ultimi giorni, ha chiesto un’accelerazione verso la cosiddetta “fase due”, cioè la fine o l’allentamento del lockdown decretato dal governo e proprio ieri prorogato agli inizi di maggio: “Decide la politica quando riaprire, non la scienza”, ha detto il leader di Italia Viva. Dello stesso tenore il commento di Matteo Salvini, grande sostenitore della linea dei confindustriali, che approfitta dell’occasione per attaccare i sindacati: “Qualcuno non ha capito che siamo in tempi di guerra, siamo ancora ostaggio dei no dei sindacati, stiamo allungando i tempi della cassa integrazione”, ha detto ieri al Senato. Ma la scienza, con voce unanime, invece, insiste sull’inopportunità di una ripartenza immediata, quando ancora il virus continua a produrre i suoi effetti devastanti e tutto lo sforzo fatto sinora potrebbe essere vanificato da un repentino ritorno alla “normalità”. Il dibattito infuria. I sindacati, in testa la Fiom Cgil, frenano: “Bisogna programmare la ripartenza – ha detto ieri a CoffeeBreak, La 7, la segretaria dei metalmeccanici Francesca Re David – ma senza fare forzature come di nuovo sta tentando di fare Confindustria. Occorre ridisegnare le fabbriche perchè questa situazione durerà a lungo e quindi prevedere i distanziamenti, le sanificazioni, le riduzioni dell’orario di lavoro per salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori”. E un altro esponente dei metalmeccanici, Michele De Palma, esprimendo il malessere del mondo operaio, ha provato stamattina a spiegare con un disegnino le ragioni che spingono alla prudenza: “Buongiorno Confindustria, siccome non lo capite con le parole passiamo ai disegni, eccovi spiegato perché bisogna stare fermi altrimenti si vanifica tutto la lotta fatta fino ad oggi al Covid 19”, ha scritto il sindacalista pubblicando un grafico. Bisogna ascoltare gli scienziato vanno ripetendo i sindacalisti.

Lo ripetono da giorni e lo ha ricordato ieri sera, nel corso del programma Otto e Mezzo, condotto da Lilli Gruber, il professore Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano: “Il vero rischio è riaprire troppo presto e poi chiudere fino in autunno. Va trovata una quadra per fare le cose in sicurezza”, ha detto l’infettivologo che incalzato dalla vice presidente di Confindustria, Lucia Mattioli, che chiedeva di “avere una data certa per ripartire”, ha risposto: “Provate a parlare con il virus per farvi dare una data certa.”

Fortebraccio News