IL PROGRAMMA DEI CATTOLICI UNITI ERA GIÀ NEL 2019 LO SCUDO ANTIVIRUS

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IL SEGRETARIO POLITICO IVANO TONOLI: GIÀ 14 MESI FA AVEVAMO DENUNCIATO E PROPOSTO DI RISOLVERE LE EMERGENZE NAZIONALI E GLOBALI CONTRO I FALSI RIMEDI POPULISTI E PAUPERISTI

A quanti ci dicono che è molto facile parlare con il senno del poi, noi rispondiamo con il senno del prima, che molto probabilmente avrebbe risparmiato la catena dei lutti e delle emergenze che ha trascinato il Paese nell’inferno pandemico.
Fin dall’inizio del 2019 avevamo messo in guardia dai falsi rimedi populisti e pauperisti che si andavano affermando in parte dell’elettorato votante, e che hanno finito con il puntare l’indice contro falsi problemi corrispondenti a ciò che le rispettive fazioni elettorali volevano sentire.
È capitato, allora, che l’approccio sbagliatissimo, e tuttora perdurante, alla questione immigratoria dal sud del mondo aveva già da tempo spento i riflettori sulla questione cinese scoperta solo da fine febbraio 2020 dalle anime candide della politica politicante, mentre noi Cattolici Uniti avevamo indicato delle misure preventive contro la colonizzazione strisciante che il governo comunista di Pechino stava attuando in Italia con l’appoggio attivo dei grillini e la tolleranza passiva degli alleati prima di destra e ora di sinistra.
Allo stesso tempo, avevamo specificato senza giri di parole che la gestione dell’immigrazione secondo decreti ghettizzanti ed emotivi – privi di accordi diplomatici preventivi con i Paesi africani e di un serio piano di riforma della procedura penale – avrebbe soltanto accresciuto l’insicurezza delle nostre città e delle nostre campagne e il potere di influenza delle mafie nazionali e internazionali nel traffico di esseri umani.
Che dire poi del “capolavoro di tutti i disastri” economici e sociali: quel reddito di cittadinanza che avrebbe abolito la povertà e invece ha soltanto indebolito un già compromesso Stato sociale, sottraendo risorse alla sanità e alle pensioni non d’oro ma d’argento del “fu” ceto medio.
Quel reddito di cittadinanza che ha lasciato senza reddito milioni di lavoratori autonomi e dipendenti rimasti senza lavoro, senza un soldo e in molti casi anche senza cibo da febbraio a tutt’oggi. Neache a “chi l’ha visto” sono stati in grado di rintracciare questo feticcio pentastellato.
L’apoteosi della debacle gialloverde prima e giallorossa adesso si è però raggiunta in sede europea: a febbraio del 2019, nel nostro libro programma “Cattolici Uniti per benedire un’Italia nuova”, avevamo rimarcato il rischio che le spinte populiste avrebbero aggravato l’isolamento dell’Italia e impedito la formazione di una maggioranza autenticamente popolare e riformista in grado di rendere il nostro Paese determinante nella formazione della Commissione UE scaturita dalle elezioni continentali del successivo mese di maggio. Se nel 2014 fu l’arroganza di Renzi a renderci irrilevanti, adesso è l’irrilevanza di Conte a farci subire l’arroganza derisoria e ricattatoria dei Paesi nordici.
Abbiamo così perduto due occasioni storiche per modificare quel patto di stabilità che, dalla Commissione Prodi del 1999 fino ai giorni nostri, ha condannato il nostro Paese alla più bassa crescita prima e alla più alta recessione poi.
Sembra che adesso tutti scoprano il ruolo potenziale del risparmio privato bancario e postale degli Italiani rispetto al resto d’Europa: noi lo avevamo già evidenziato a inizio 2019. Con una differenza non da poco, però: mentre la sinistra di Pd e 5 stelle se ne accorge all’unico fine di piazzare una orrenda patrimoniale a esclusivo danno delle famiglie dei lavoratori autonomi e dipendenti, noi Cattolici Uniti prevediamo nel nostro libro programma di farne l’oggetto di un negoziato europeo di segno esattamente opposto: riconsiderare il debito pubblico dello Stato verso i risparmiatori Italiani per quello che in effetti è, ossia un non-debito (sul modello del Giappone) e includere nei parametri di Maastricht e del fiscal compact la quota di esposizione debitoria detenuta dai sottoscrittori esteri dei nostri titoli sovrani.
Con una tale riforma, l’Italia potrebbe utilizzare al cento per cento del suo potenziale – come è stato più volte in maniera eccellente ribadito dall’amico Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi – il piano di sostegno rappresentato dal “bazooka” della BCE, senza dover subire prima i ricatti e dopo le finte elemosine della Germania, come proprio in questi giorni e ore stiamo assistendo nella più totale e vergognosa inazione di un governo Conte che pare in terapia intensiva incapace di esaltare fiato e di proferire parola nelle sedi UE.
La Dottrina sociale integrale della Chiesa Cattolica, da oltre un secolo, mette a disposizione princìpi e linee guida per la precisa previsione e prevenzione delle emergenze in ciascuna epoca storica, opponendo ai falsi rimedi le vere soluzioni tratte da una lettura né parziale né strumentale del Vangelo. Il Conte 1 e 2 ha fatto scorrere quattordici lunghi mesi con politiche e decisioni nettamente contrarie ai princìpi sociali ed economici del Cattolicesimo, e così facendo ha aperto le porte al virus comunista cinese quando sarebbe bastato chiudere i voli diretti e indiretti dalla Cina fin da gennaio e attuare 30 giorni di quarantena totale economicamente assistita per impedire la pandemia e salvare vite umane e posti di lavoro. Proprio come a Taiwan, non a caso il solo Paese a cui sia stato impedito di prendere parte all’assemblea OMS a causa del ceto assoluto della Cina maoista, e nel quale su una popolazione di 25 milioni di abitanti, poco meno della metà di quella Italiana, si contano poche centinaia di contagi e lutti prossimi allo zero.
Conte invece riapre non perché il rischio sanitario sia sotto controllo ma poiché incapace di fare arrivare il benché minimo sostegno monetario e protettivo a famiglie e imprese, a causa di una burocrazia divenuta potere indipendente e irresponsabile fin dalle leggi Prodi Bassanini del 1997, come denunciato 14 mesi fa nel nostro libro, la cui applicazione ora non diventa più una opzione politica ma una urgenza universale.