IL REDDITO DI CITTADINANZA È UN’OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE CHE VOGLIONO CRESCERE

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Come si pone il M5S rispetto al mondo imprenditoriale che ritiene il Reddito di cittadinanza una misura che non agevola l’inserimento lavorativo, ma al contrario lo disincentiva?
– Basta studiare la legge istitutiva del Reddito di cittadinanza per comprenderne la ratio e capire che non è esattamente così. Chi usa queste argomentazioni evidentemente o non conosce la normativa in vigore o preferisce fomentare una narrazione strumentale. Il MoVimento 5 Stelle con il reddito di cittadinanza ha costruito un sistema in 3 step: sostegno al reddito, politiche attive del lavoro e incentivi per chi assume. La forza di questa misura, che in altri Paesi dell’Ue esiste da tempo, è essere riusciti a coniugare aspetti legati all’inclusione sociale per coloro che si trovano in condizioni di marginalità sociale, penso ai disoccupati di lunga data, agli inattivi o a chi ha perso il lavoro perché l’azienda in cui lavorava ha scelto di delocalizzare la produzione in Paesi dove ad esempio la manodopera costa meno. Poi ci sono gli aspetti legati alla formazione e alla riqualificazione a misura di ‘beneficiario’ ed ancorati anche alle esigenze delle aziende. Senza dimenticare gli incentivi per i datori di lavoro, che assumono i beneficiari di Rdc.
Resta inteso che senza investimenti produttivi, pubblici e privati, non si può creare il lavoro dal nulla.

▪️I percettori non sono formati e preferiscono mantenere il reddito di cittadinanza piuttosto che accettare lavori a tempo ridotto per importi inferiori. Non sarebbe meglio, dicono, incentivare le imprese?
– Guardi, su questo credo sia necessario, una volta per tutte, fare chiarezza, anche ai fini di una corretta informazione, perché la domanda nasconde un vizio di fondo e le cose non stanno esattamente in questi termini. La legge istitutiva del Reddito di cittadinanza prevede incentivi sotto forma di sgravi contributivi per agevolare le imprese che assumono un beneficiario di Rdc. Le aziende che assumono a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del Reddito, tramite un Centro per l’impiego o un soggetto privato accreditato, come ad esempio le Agenzie per il lavoro, infatti, ottengono l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore. Chi percepisce il Reddito di cittadinanza, di fatto, porta con sé in dote un’agevolazione per le aziende pensata proprio per incentivare i datori di lavoro ad assumere i beneficiari, che hanno seguito un percorso di formazione o riqualificazione professionale. L’ammontare risulta pari alla differenza tra le 18 mensilità previste per chi percepisce il Reddito e quelle residue, ossia quelle che spetterebbero ancora al beneficiario se non venisse assunto. La legge guarda anche a chi beneficia del Reddito di cittadinanza da più di 18 mesi, stabilendo che la misura dello sgravio non potrà essere inferiore a 5 mensilità. E questa, sia chiaro, non è un’eccezione. Il diritto del lavoro è costellato di norme analoghe per le aziende che percepiscono incentivi se assumono alcune categorie di persone, come i giovani e le donne, o in determinate aree del Paese come ad esempio le regioni del Mezzogiorno. In secondo luogo mi preme sottolineare, sempre ai fini di una corretta informazione, che dopo decenni abbiamo deciso di investire circa 2 miliardi nei Centri dell’impiego per potenziarli e procedere a nuove assunzioni. Si è partiti da 8 mila, entro il 2021 aggiungeremo 11 mila nuovi operatori. Parliamo di un’operazione mai fatta in Italia. A questo voglio aggiungere un’ultima precisazione. C’è chi dice che chi percepisce il reddito preferisce mantenere il sostegno e non lavorare. Intanto la legge prevede che il percettore che rifiuta fino a 3 volte un’offerta di lavoro perde il beneficio. Sulle polemiche relative agli aspetti economici, la legge è chiara: la retribuzione deve essere pari al 10% in più rispetto all’ammontare del reddito di cittadinanza percepito dal beneficiario. Chi propone un salario più basso rispetto a quanto previsto dai contratti di lavoro viola la legge. Infine, mi permetta una considerazione. Se le proponessero un nuovo lavoro, lascerebbe il vecchio per guadagnare a fine mese meno?

Iunio Valerio Romano