Il signor Settimio Passalacqua è uno degli imprenditori più potenti dell’agroalimentare pugliese

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caporalato

Con un fatturato di sei MILIONI di euro dichiarato nel 2019, si è scoperto che teneva i lavoratori in condizioni di semi schiavitù. Paghe di 3 euro orarie, coltivazione tutti i giorni della settimana, giornate lavorative di 9 ore giornaliere, senza riposo e alcuni casi senza pausa pranzo. Ovviamente senza contratto, ferie, malattie. I lavoratori, in prevalenza immigrati, venivano reclutati direttamente dai ghetti di cui sono piene le nostre campagne.

Se noi regolarizzassimo tutti gli esseri umani (non per pochi mesi, il tempo della raccolta, non solo quelli che ci paiono “produttivi”) questi “imprenditori” non potrebbero ricattarli come esseri di serie b, non potrebbero trattarli come carne da macello. Nessuno potrebbe pagare il lavoro al ribasso, africani, italiani, est europei che siano.
Ma la verità è che sta bene a tanti, a chi ci guadagna e si fa milionario (e non sono pochi!), a chi preferisce non chiedersi perché la grande distribuzione può portare a tavola i pomodori a pochi spicci, alle Istituzioni che dall’alto creano le condizioni perché tutto questo accada.

Basta schiavitù!