Impazza la tempesta virale

0
73
covid 19

La nave italiana ondeggia bruscamente mentre sul ponte di comando si scruta l’orizzonte per decidere la rotta. Si contano i morti e vacillano le certezze. È una burrasca inedita e i mezzi per fronteggiarla molto limitati. Servirebbe unità, servirebbe umiltà ma sul ponte gira di tutto. Chi minimizza, chi allarma, chi addirittura nega. Tutti con la verità in tasca, tutti col petto in fuori. Chi per velleità personali, chi per celare i propri limiti, chi per fomentare malcontento contro il capitano in modo da strappargli il timone. Se stessi e la propria cricca prima di tutto. Anche nel bel mezzo di una tempesta spaventosa che fa oscillare con veemenza la nave italiana. Dal ponte di comando fino alla stiva. Dai passeggeri di prima classe fino all’ultima misera cuccetta. Ufficiali, mozzi. Di ogni origine e di ogni meta. Saltano le certezze. Fasulle. Saltano le categorie. Fasulle. Tutti vulnerabili. Tutti sulla stessa barca. In quanto esseri umani. Si contano morti e malati e tra i passeggeri serpeggia la paura. Per se stessi, per i propri cari. Tutti rinchiusi nel proprio piccolo mondo a fare umilmente la propria parte. Nessun sacrificio, nessuna limitazione, ma il proprio contributo di buon senso per una causa che è comune. Quella di rivedere presto il sole. Tutti insieme. Accanto a quella italiana navigano le navi di altri paesi. C’è chi ondeggia ancora più drammaticamente, chi meno. Chi ha al timone comandanti saggi, chi meno. Tutti a lottare nello stesso mare impetuoso, nello stesso mondo. Senza confini. Fasulli. Senza pregiudizi. Fasulli. Tutti a fronteggiare la stessa tempesta. In quanto esseri umani. L’orizzonte è grigio e sul ponte di comando è un chiassoso via vai . Vi sgambettano esperti e luminari così come ciarlatani ed esibizionisti. L’egoismo non si scoraggia davanti a nessuna intemperia. La situazione è complessa. Bisogna preservare la salute ma anche non far mancare i rifornimenti. Un difficile equilibrio. Salvando più vite possibili e guadagnando tempo. Con l’unica certezza che prima o poi il sole tornerà. L’equipaggio è in subbuglio e i topi malavitosi cercano di approfittarne mentre della ciurma fanatica inscena addirittura un ammutinamento. Casino per qualche scodella di rancio in più. La nave oscilla con veemenza e c’è chi non regge la tensione. Non è facile scoprirsi vulnerabili dopo una vita intera che ci si crede immortali. Non è facile ammettere quanto sia di carta il castello esistenziale che ci si è costruiti attorno. Non è facile porsi certe domande dopo una vita che si gira la faccia dall’altra parte. Non è facile ammettere di essersi sbagliati. Non è facile cambiare. La tempesta virale impazza e la nave oscilla con veemenza. Gli esseri umani lottano. Dal ponte di comando fino alla stiva. Dai passeggeri di prima classe fino all’ultima misera cuccetta. Con un’unica certezza. Che prima o poi il sole tornerà.

Tommaso Merlo