In-con-tra, proseguono le iniziative a Cristo Re

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Due proiezioni de “Gli sdraiati” e un incontro sul rapporto genitori – figli

TRENTO – Dopo gli appuntamenti quindicinali che hanno animato nel periodo estivo il giardino Massimiliano I d’Asburgo (ex parco Braille) in Cristo Re con sport di strada e pic-nic sociali, proseguono le iniziative organizzate nell’ambito del progetto In-con-tra.
Il percorso autunnale propone due proiezioni gratuite del film Gli sdraiati di Francesca Archibugi, adattamento dell’omonimo libro di Michele Serra, giovedì 17 ottobre alle 20.30 presso l’oratorio di Cristo Re in via Bresadola 10 e martedì 22 ottobre alle 20.30 presso il circolo La Ginestra in via Abondi 9.
Per approfondire è stato poi organizzato un incontro con la dottoressa Marialuisa Grech, dirigente medico psichiatra presso il Servizio per le dipendenze (Serd) dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, dal titolo Le relazioni in famiglia, quello che i ragazzi non dicono. Appuntamento mercoledì 23 ottobre alle 20.30 presso il Giocastudiamo all’interno della scuola Bellesini in via Stoppani 3/2.
La proposta, rivolta in modo particolare ai genitori dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni, nasce dal mandato di lavorare sul territorio affidato dall’Amministrazione comunale a tre realtà attive nel mondo giovanile della città, che per la prima volta hanno condiviso insieme la progettazione di un percorso comune: Centro di aggregazione L’Area – Associazione provinciale per i minori onlus, Associazione Pop Up – Giocastudiamo di Cristo Re e Cooperativa sociale Arianna – Educativa di strada, con il coordinamento del servizio Attività sociali e dell’ufficio Politiche giovanili.
La finalità è quella di promuovere la solidarietà tra le famiglie nell’affrontare il compito genitoriale ed educativo, proponendo occasioni di incontro nel tentativo di creare una rete che sappia dialogare con il territorio recuperandone spazi e potenzialità e rispondendo a sollecitazioni delle famiglie rispetto alla difficoltà nella gestione del tempo libero, alla percezione di un quartiere poco sicuro, all’aumento di situazioni di utilizzo di droghe e alcool e alla difficoltà ad esercitare il proprio compito educativo.
Il percorso ha coinvolto tante realtà del rione, persone, gruppi informali, enti e associazioni.