In Italia smottamento demografico, bambini in calo mentre cresce povertà educativa

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In Italia cala il numero dei bambini e cresce la povertà educativa, come conseguenza della crisi legata al Covid. E’ quanto emerge dal nuovo Atlante dell’infanzia a rischio “Con gli occhi delle bambine” diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children – I dati mostrano un calo dei nuovi nati, confermando un continuo smottamento demografico: negli ultimi dieci anni abbiamo perso oltre 385 mila minori, che oggi rappresentano il 16% del totale della popolazione mentre l’incidenza degli 0-14enni è la più bassa tra i Paesi dell’Ue (13,2% contro il 20,5% della capofila Irlanda). L’aumento della poverta’ educativa come conseguenza della crisi legata al Covid-19 – denuncia Save the Children – rischia concretamente di tradursi nella perdita di apprendimenti e competenze educative, nell’incremento della dispersione scolastica così come del numero di giovani tagliati fuori da percorsi di studio, di formazione o lavorativi, tutti fenomeni già ben presenti prima dell’arrivo del virus. Basti pensare alla possibilità di frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia, che in Italia resta un privilegio per pochi: nell’anno scolastico 2018/2019 solo il 13,2% dei bambini ha accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni, con percentuali che si fermano al 3% per la Calabria, al 4,3% per la Campania e al 6,4% per la Sicilia. Un divario territoriale molto evidente che vede sul lato opposto della graduatoria la provincia autonoma di Trento al 28,4% e l’Emilia Romagna al 27,9%. Ma anche nel percorso di crescita, gli indicatori di povertà educativa confermano una situazione grave già prima dell’emergenza: nel nostro Paese quasi uno studente al 2 anno delle superiori su 4 (24%) non raggiungeva le competenze minime in matematica e in italiano, il 13,5% abbandonava la scuola prima del tempo e più di 1 su 5 (22,2%) andava ad incrementare l’esercito dei NEET, cioè di coloro che non studiano, non lavorano e non investono nella formazione professionale. Anche al di fuori della scuola, le opportunità di crescita culturale, emozionale, creativa, di svago e di movimento che possono permettere ai bambini e agli adolescenti di sviluppare pienamente la propria personalità sembravano essere molto basse: nel 2018-2019, il 48% dei minori tra i 6 e i 17 anni non leggeva neanche un libro extrascolastico all’anno, circa 2 su 3 non andavano mai a teatro o a visitare un monumento, neanche quando le restrizioni anti-Covid non erano ancora realtà; e piu’ di 1 bambino o adolescente su 5 (22,4%) tra i 3 e i 17 anni non praticava alcuna attivita’ sportiva prima dell’arrivo del Coronavirus. “”Nonostante l’impegno di tanti docenti ed educatori – afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia -Europa di Save the Children – il funzionamento a singhiozzo delle scuole e la didattica solo a distanza stanno producendo in molti bambini non solo perdita di apprendimento, ma anche perdita di motivazione nel proseguire lo studio. Dai territori riceviamo segnalazioni di bambini e ragazzi che spariscono dal radar delle scuole. Le mappe dell’Atlante indicano con chiarezza quali sono le “zone rosse” della povertà minorile e della dispersione, dove è necessario intervenire subito e in via prioritaria per affrontare una doppia crisi: quella sanitaria e quella educativa”. Già prima crisi 1 minore su 9 in poverta’ Già prima della pandemia, nel nostro Paese, 1 milione 137 mila minori (l’11,4% del totale) si trovavano in condizioni di povertà assoluta, senza avere cioè lo stretto necessario per condurre una vita dignitosa. Un dato in calo rispetto al 12,6% del 2018, ma che tuttavia rischia di subire una nuova impennata proprio per gli effetti del Covid-19, se non saranno messi subito in campo interventi organici per prevenire una crescita esponenziale come quella avvenuta a seguito della crisi economica del 2008, quando la percentuale di povertà assoluta minorile e’ quadruplicata in un decennio (era il 3,1% nel 2007). E’ quanto emerge dal nuovo Atlante dell’infanzia a rischio “Con gli occhi delle bambine”, diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children. Donne più brave maschi ma lavoro le penalizza Gli effetti della pandemia sul futuro dei minori in Italia rischiano di essere ancor più pesanti sulle bambine e sulle ragazze, che già scontano in prima persona un gap con i coetanei maschi che affonda le proprie radici proprio nell’infanzia. E’ quanto emerge dall’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children. Un divario di genere, alimentato da diseguaglianze sistematiche e ampiamente diffuse nel nostro Paese, che non accenna a ridursi, nonostante bambine e ragazze siano piu’ brave dei loro coetanei a scuola, abbiano meno bocciature e abbandoni scolastici, si mostrino piu’ resilienti e cooperative, abbiano competenze maggiori in lettura e in italiano e arrivino a laurearsi molto piu’ dei ragazzi.