Incendio area ‘Ex Enichem’

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Incendio all’area – Barone: Servono interventi immediati per prevenire altre situazioni di rischio e tutelare la salute dei cittadini

“I dati relativi al superamento del valore limite del PM 10 nel sito di monitoraggio di Manfredonia, in seguito all’incendio che si è sviluppato lo scorso 22 giugno in un capannone industriale dismesso in località ‘Macchia’ di Monte Sant’Angelo nell’area ‘Ex Enichem’, dove erano abbandonati diversi rifiuti pericolosi, meritano ulteriori approfondimenti  e interventi immediati per tutelare la salute dei cittadini. Dopo le segnalazioni del Meetup Movimento 5 Stelle Manfredonia, ho contattato l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, che mi ha rassicurata sul fatto che l’assessorato stia monitorando la situazione e si stia pianificando una strategia con le forze dell’ordine. La consigliera Di Bari, che ringrazio, presenterà anche un’interrogazione, in modo conoscere quali azioni saranno adottate per garantire la sicurezza e la vigilanza dell’area per prevenire altre situazioni di rischio”. Lo dichiara la consigliera regionale e assessora al Welfare Rosa Barone.

 

Incendio area ‘Ex Enichem’ ha riguardato rifiuti tendenzialmente costituiti da materiale plastico e il fumo sprigionato ha raggiunto alcune aree dei centri abitati di Monte Sant’Angelo e di Manfredonia. ARPA ha effettuato misure spot di particolato atmosferico come PM10 e COV (composti organici volatili), soprattutto lungo la direttrice di maggiore ricaduta dei fumi. Dal rapporto dell’Agenzia si evince che il PM10 ha superato il valore limite giornaliero di 50 ug/m3 in entrambi siti di monitoraggio. È da considerare che il 22 giugno l’intera regione è stata interessata da un’intrusione di polveri sahariane con diffusi superamenti di questo  limite e ciò non ha permesso di comprendere il contributo netto di PM10 fornito dall’incendio. Solo la campionatura della matrice aria eseguita con la centralina ad alto volume permetterà di conoscere le specifiche qualitative oltre che quantitative della matrice inquinante aerodispersa nei luoghi a seguito dell’incendio. Nella stazione Manfredonia-Via dei Mandorli, il benzene ha avuto un incremento durante le ore dell’incendio, tra le ore 22 e le ore 23, superando la concentrazione di 5 ug/m3, valore limite annuale.

“Non si può sottovalutare come i valori di PM 10  siano più che raddoppiati dal 21 giugno al 24 giugno  e quelli di benzene siano raddoppiati il 22 giugno. Parliamo di un sito inquinato da bonificare, per cui chiederò ad ARPA una relazione dettagliata sulle rilevazioni effettuate. Ritengo poi utile verificare se nelle vicinanze delle zone maggiormente interessate dai fumi sprigionati dal rogo siano aumentati gli accessi in ospedale per problemi respiratori. Quanto accaduto – continua Barone – dimostra lo stato di degrado in cui versa l’area industriale. Più volte il  Sindaco del Comune di Monte Sant’Angelo ha segnalato le situazioni di rischio, non solo presso il capannone della Sif Trade da dove si è diffuso l’incendio, ma anche dell’INSIDE e del capannone della fallita ditta TEC.IN in cui sono depositati pneumatici, guaine bituminose e altro materiale altamente infiammabile. Nell’area si accede senza alcun controllo e risulta assente la vigilanza. Per questo riteniamo opportuno definire piani di intervento attraverso i quali provvedere nell’immediato, almeno per i siti interessati da deposito incontrollato di rifiuti non ricadenti nell’area del SIN, alla rimozione e al corretto smaltimento degli stessi, a cura dei soggetti competenti laddove non sia possibile individuare il responsabile. È necessario garantire la sicurezza del sito per prevenire nuove situazioni di rischio non solo in caso di innesco di nuovi incendi, ma anche in termini di compromissione delle matrici ambientali, visto che è ormai accertata la presenza di rifiuti costantemente esposti all’azione degli agenti atmosferici”.