Ittica, API (Confagricoltura): crescita sostenibile per la maricoltura italiana

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A Piombino sono state esaminate, con il patrocinio dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, le prospettive della maricoltura ‘made in Italy’. Il Golfo di Follonica è il cuore produttivo degli allevamenti marini italiani, e l’associazione piscicoltori di Confagricoltura ha tracciato il bilancio delle strategie di controllo nel settore.

“Gli allevamenti ittici sono pronti per un futuro sostenibile. Il comparto – ha affermato il presidente di Agroittica Toscana e consigliere Api, Claudio Pedroni – è un settore vivace, impegnato a garantire standard elevati di benessere e sicurezza alimentare che, nel 2022, ha registrato una produzione di 18.000 tonnellate, in incremento rispetto all’anno precedente, e una PLV di quasi 150 milioni. Siamo orgogliosi di aver organizzato questo incontro, fortemente voluto dai nostri associati, che sono sempre attenti a fornire ai pesci allevati uno standard superiore di benessere, per offrire un prodotto sempre più buono e sicuro”.

Nel corso dell’evento, dopo l’apertura di Claudio Capuano della Direzione Trasparenza dell’Autorità di Sistema Portuale, i numerosi interventi degli esperti, dell’Università di Bologna che si sono susseguiti hanno esaminato le sfide future e prospettato le soluzioni preventive, inclusi i moderni approcci dell’alimentazione funzionale.

I relatori del Centro di Referenza Nazionale per lo Studio e la Diagnosi delle Malattie dei Pesci, Molluschi e Crostacei hanno illustrato come mantenere i pesci in salute, mentre Andrea Fabris, direttore API, ha approfondito l’applicazione delle normative di biosicurezza negli allevamenti marini.

“È indubbio – ha concluso Pedroni – il riconoscimento del mercato per la qualità dei prodotti italiani, occorre ancora superare le sfide burocratiche che frenano lo sviluppo del comparto. Nonostante gli 8000 chilometri di costa, sono soltanto 21 le concessioni attive, ad indicare la necessità di semplificare i processi amministrativi per cogliere pienamente il potenziale del mare italiano. Malgrado i consumatori riconoscano l’indiscussa qualità dei prodotti allevati a mare, solo il naturale sviluppo del comparto riuscirà a riequilibrare il deficit commerciale esistente: l’80% del pesce consumato in Italia proviene dall’estero”.