Jan Fabre – The Rhythm of the Brain

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Artista dello scandalo e autore contemporaneo tra i più quotati e controversi.

È Jan Fabre, maestro dei forti contrasti che da oltre 40 anni con le sue opere affascina e fa storcere più di qualche naso. L’uomo e il suo doppio, con l’anima divisa tra l’apparenza gentile che incanta e avvolge e le ossessioni che esorcizza creando opere di grande impatto visivo che ammaliano o ripugnano, ma che certamente non lasciano indifferenti.

La sua arte è fatta di conflitti, pulsioni e fissazioni, per il corpo umano, per gli insetti, per la religione, per la morte e per la vita. Ha dipinto con il (suo) sangue, con le lacrime, con lo sperma e l’urina, ha scolpito un omaggio alla Pietà di Michelangelo in cui la Madonna ha un teschio al posto del volto.

La sua ultima apparizione a Roma risale al 2015, al Teatro Argentina nell’ambito del Romaeuropa Festival, dove ha diretto la sua opera teatrale monstre, Mount Olympus – To Glorify the Cult of Tragedy: 24 ore di spettacolo ininterrotto ed estenuante sul culto della tragedia, tra carne macellata, odori nauseabondi e azioni ripetute fino allo stremo delle forze.

Quest’anno, sempre per il Romaeuropa Festival, il discusso artista torna nella Capitale per presentare Jan Fabre – The Rhythm of the Brain, il percorso espositivo che ne celebra la poliedrica e visionaria produzione artistica.

Tra sculture inedite scelte da Fabre appositamente per la mostra, e altre mai esposte in Italia, trovano posto anche una serie di disegni e un film-performance, realizzato insieme al neuro-scienziato italiano Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio, quelli che permettono l’apprendimento attraverso l’imitazione.

In un rimando di suggestioni e omaggi artistici, quindi, insieme alle opere originali di Fabre sono esposte alcune creazioni di De Chirico, di Donghi, di Capogrossi, di Janni, di Casorati e di Cambellotti, ispirazione diretta per la selezione di alcune delle sue sculture inedite.