L’11 aprile del 1987 si toglieva la vita Primo Levi

0
47

Lo scrittore che più di ogni altro ha saputo raccontare l’orrore dei campi di concentramento e della Shoah.
Partigiano, catturato dai nazisti nel 1944 e internato ad Auschwitz, una volta liberato dedicò al racconto e all’elaborazione del dramma vissuto in prima persona tutte le sue energie intellettuali, pubblicando saggi e libri dei quali il più noto è “Se questo è un uomo”, un’asciutta cronaca e una spietata denuncia della realtà del campo, un’angosciante racconto che avrà poi ulteriori elementi con “La tregua” o con la raccolta “I sommersi e i salvati”.
Primo Levi, come molti altri sopravvissuti ai lager, ha dedicato tutta la vita al racconto del dramma dell’Olocausto, soprattutto ai più giovani, non solo attraverso le sue pubblicazioni ma anche con incontri pubblici, in particolare nelle scuole. Sconfiggere l’indifferenza e la zona “grigia” di coloro che non si erano schierati né a favore né contro le leggi razziali sono per Levi i veri obiettivi del suo impegno pubblico e questa è una lezione che anche noi, oggi, dobbiamo tenere bene a mente. Perché la memoria va coltivata, sempre.
“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.”