La Cina comunista non cambia. Spietata repressione delle minoranze e delle confessioni religiose

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La Cina comunista non cambia. Gli Stati Uniti accusano la Cina di perseguitare i famigliari degli attivisti della minoranza musulmana degli uiguri. Questi hanno denunciato gli abusi subiti dalle autorità di Pechino. Un comunicato del segretario di Stato Mike Pompeo esprime “profonda preoccupazione”. Per le “persecuzioni e detenzioni di famigliari di attivisti uiguri o sopravvissuti dei campi d’internamento dello Xinjiang. Molti hanno raccontato le loro storie”. Pompeo ha denunciato che alcuni di questi abusi sono avvenuti dopo che uiguri hanno denunciato la loro condizione al dipartimento di Stato Usa. Il suo comunicato cita gli attivisti Ferkat Jawdut, Alfred Erkin e Zumrat Dawut. Sottolineando che il padre di Dawut, già “detenuto e interrogato varie volte dalle autorità cinesi dello Xinjiang negli ultimi anni”, sia ora “morto in circostanze non chiarite”.
La Cina “avvertita” dagli Usa

“Chiediamo a Pechino di cessare la persecuzione degli uiguri che vivono fuori dalla Cina. Di rilasciare quanti sono detenuti in maniera arbitraria e di permettere alle famiglie di comunicare liberamente, senza ripercussioni”. Il segretario di Stato più di una volta ha parlato in favore degli uiguri. A ottobre, gli Stati Uniti hanno deciso una stretta sui visti di funzionari cinesi coinvolti nella repressione delle minoranze. Successivamente, per gli stessi motivi, 28 organizzazioni governative e commerciali cinesi compaiono su una “lista nera”.                                                                                                                                             fonte  https://www.secoloditalia.it/